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Giorgia e il pomodoro idroponico

Parte oggi, dal Lazio, il primo episodio di Taste of Volvo - l'agricoltura del futuro



Sguardo scanzonato, seria ma tutt’altro che seriosa, Giorgia, la protagonista della nostra tappa con Volvo Auto Italia a bordo di XC90, è ingegnere elettronico e astronautico. Con il padre guida un’azienda di apparati speciali nel settore militare e spaziale, ma è stata letteralmente folgorata da un’affermazione di un professore americano nel corso di una conferenza, il quale affermava che - nella necessità di farlo - l’unica possibilità di coltivare su Marte era rappresentato dalla coltivazione idroponica, che non ha bisogno di terra.

La nascita di Ferrari Farm

Da queste parole il passo verso Ferrari Farm è stato breve, perché Giorgia è sì figlia di un ingegnere e lei stessa una professionista del calcolo, ma è anche nipote di contadini e ha a disposizione un magnifico podere a 700 metri d’altezza che guarda dall’alto il lago del Salto, tra Abruzzo e Lazio. Spinta ulteriore verso un destino segnato è stato un pranzo italiano sulla ISS (stazione spaziale internazionale), durante il quale gli astronauti hanno gustato delle salsicce fornite dall’azienda e prodotte con ricetta tipica. Così oggi Giorgia gestisce con la sorella Valentina un impianto unico al mondo nel suo genere, con una filosofia che alla base ha dei dati scientifici crudi: la popolazione del pianeta è destinata a raddoppiare nei prossimi vent’anni, le terre fertili rimaste sono il 20%, l’unico modo per salvare la Terra è coltivare in area urbana e periurbana.

L'agricoltura idroponica

Come si può fare? Una soluzione efficace passa di certo attraverso la coltura idroponica. L’impianto di Ferrari Farm è costituito da due serre e un fitotrone, che non fa uso di sole ma è illuminato a led su lunghezze d’onda proprie della fotosintesi, un ambiente completamente chiuso verso l’esterno con pannelli ermetici che impediscono il passaggio della luce solare. Questo suggerisce la possibilità di coltivare in assenza di sole, nell’ottica di future missioni spaziali. La coltura idroponica risale ai tempi antichi, è la forma di coltivazione più primitiva in assoluto: vi sono testimonianze da Babilonia, ai Maya, agli Aztechi, agli Egizi. Giorgia ha pensato a quale potesse essere un modo per modernizzare qualcosa di così antico e dimenticato che allo stesso tempo fosse in grado di rappresentare un futuro per l’agricoltura.


“Siamo partite con basilico e pomodoro. Il motivo? Il basilico è il più facile e il pomodoro il più complicato, per dimostrare che potendo realizzare gli estremi si può fare tutto”. Le stesse serre sono ermetiche e sterili, perché aria e acqua sono sterilizzate per mezzo di lampade UV, oltre che completamente computerizzate: in questo modo le produzioni risultano totalmente indipendenti dalle condizioni climatiche esterne e senza inquinamento ambientale. Il clima interno è comandato da uno speciale impianto che regola temperatura, umidità relativa e CO2; l’irrigazione, anch’essa automatizzata, si basa sulla distribuzione di sali minerali a “ciclo chiuso” per ridurre al minimo il consumo di acqua. Sulla base di una “ricetta di coltivazione elettronica” in ogni momento, tutti i giorni e per l’intero ciclo di vita delle piante, il sistema automatico si muove in accordo con essa, comandando in tempo reale ogni singolo parametro relativo al prodotto. Ogni vegetale o frutto prodotto, sia in coltivazione biologica sia in idroponica, viene trasformato in confetture, nettari, e sottoli, oltre a liquori. Melo, pero, albicocco, susino, ciliegio, visciolo, fico, nocciolo, noce e castagno sono le specie coltivate più diffuse. I mercati di riferimento sono di super-nicchia, si realizza poca quantità di altissima qualità. Il sogno nel cassetto di Giorgia? Una piccola serra nello spazio, magari su Marte, dove spedire i semi dei suoi pomodori.


Contatti

FERRARI FARM SOCIETÀ AGRICOLA

Via Colle Cerqueto 1, Petrella Salto (RI)
3938390825 / 3938394115
info@ferrarifarm.com
www.ferrarifarm.com

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