Il riso salmastro della Piana di Sibari: storia, gusto e conquista dell’Oriente

Quando si parla di riso italiano, l’immaginario corre subito alle risaie del Nord. Ma c’è una terra, baciata dal sole e accarezzata dalla brezza marina, che sta riscrivendo questa storia: la Calabria. È qui, nella vasta e fertile Piana di Sibari, che nasce un riso unico nel suo genere, dalle straordinarie proprietà organolettiche e con un’anima profondamente mediterranea. Oggi questo "Oro Bianco di Calabria" non solo è protagonista delle tavole italiane, ma sta anche facendo il suo ingresso trionfale nel mercato cinese, uno dei più competitivi e affascinanti al mondo.

Una storia d’amore e innovazione

La tradizione risicola della Piana di Sibari affonda le sue radici nel passato, ma è nel secondo dopoguerra che prende forma la coltivazione moderna. Tutto ebbe inizio con Heinrich Müller, un ufficiale tedesco rimasto bloccato a Sibari durante un bombardamento nel 1943. Curato da Anna Toscano, una giovane del posto, se ne innamorò e scelse di restare in Calabria. Come dono di nozze ricevette dalla famiglia di lei cento ettari di terreno, che trasformò nella prima azienda agricola dedicata alla produzione di riso nella regione. Il marchio “Riso Müller / Toscano” fu il primo esempio di valorizzazione commerciale del riso calabrese.

Un riso che profuma di mare

Ciò che rende il riso di Sibari così speciale è il territorio: un microclima unico, influenzato dalla vicinanza al mar Jonio, che conferisce ai chicchi un caratteristico retrogusto salmastro. Il terreno, naturalmente salino e ricco di minerali, è irrigato con le acque pure del Pollino grazie a un sistema di canali progettati dallo stesso Müller. Oggi, oltre 600 ettari sono dedicati alla produzione risicola, e ogni ciclo richiede circa 135 giorni, mantenendo un approccio artigianale e sostenibile.

Una varietà per ogni palato

Il riso di Sibari si distingue per la ricchezza delle sue varietà: dal Carnaroli Classico, perfetto per i risotti, al Riso Integrale per gli amanti del benessere; dal Riso Aromatico, che racchiude i profumi tipici della Sibaritide, fino al pregiato e salutare Riso Nero, ricco di antiossidanti naturali. È un riso che si sposa perfettamente con i sapori autentici della Calabria: caciocavallo silano, liquirizia di Rossano, agrumi, Funghi porcini e salumi locali.

Il riso di Sibari conquista la Cina

Il 2025 segna una svolta epocale: il riso calabrese sta per entrare nel mercato cinese. Grazie all’impegno dell’azienda Magisa, autentico fiore all’occhiello della risicoltura calabrese, sono in fase di definizione importanti accordi commerciali con produttori e distributori asiatici. Lo ha annunciato con orgoglio il sindaco di Cassano all’Ionio, Giampaolo Iacobini, sottolineando come “anche questo accade qui da noi” – a dimostrazione del valore e del potenziale di questa eccellenza meridionale.

L’entusiasmo è condiviso anche dalle istituzioni regionali. L’assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo, ha definito la notizia “una sinergia economica senza precedenti tra Calabria e Oriente”, sottolineando come portare il riso italiano in Cina sia “un po’ come vendere condizionatori agli eschimesi”.

La Cina, patria millenaria del riso, rappresenta un mercato esigente e altamente competitivo. Eppure, la qualità e la specificità del Riso di Sibari – lavorato localmente, salmastro per natura e ricco di storia – si stanno rivelando armi vincenti per affermarsi anche nel più vasto e sofisticato mercato asiatico.

Un futuro tra identità e internazionalizzazione

Il successo del Riso di Sibari in Estremo Oriente è un segnale forte: l’agricoltura calabrese sa parlare al mondo, restando profondamente radicata al proprio territorio. È una storia di amore, come quella di Müller e Anna. Ma è anche una storia di imprenditorialità, innovazione e sostenibilità. Per i food lovers in cerca di prodotti autentici, capaci di raccontare un luogo attraverso il gusto, il Riso di Sibari è una scoperta imperdibile.