Il gusto delle mani
Chef e studiosi discutono sulla possibilità di esercitare la sensorialità mangiando senza posate
pezzo sulla nuova moda americana di mangiare con le mani, ho voluto lanciare un sasso nello stagno degli appassionati di cibo per capire in che acque si stavano cullando. La risposta (tramite Facebook e Twitter) è stata varia: da chi non si azzarderebbe a mollare le posate, a chi si limita ai formaggi ad altri che oserebbero di più per provare l'esperienza del gusto puro.
Allora via la forchetta dalle tavole? L'educazione ha dei limiti, questo è certo, ma il cibo ha una sua grammatica: quella della sensorialità a 360° che va esercitata in pieno, altrimenti si lascia nel piatto una fetta dei sensi. Questa è la mia opinione, ma ne sentirete delle altre sabato 3 marzo alle 11 durante la trasmissione su Radio24.
Ecco chi ho chiamato a parlarne:
RAFFAELE MORELLI | Psichiatra e Psicoterapeuta. Direttore della riviste Riza PsicosomaticaPAOLO LOPRIORE | Ristorante Il Canto, dell’hotel La Certosa di Maggiano (Siena)MARCO STABILE |Ristorante Ora d’aria, FirenzeENRICO CRIPPA |Ristorante Il Duomo, Alba (CN)MAX ALAJMO |Ristorante Le Calandre, Sarmeola di Rubano (PD)CLAUDIO TIRANINI | Ristorante A Spurcacciuna dell’hotel Mare, SavonaDAVIDE SCABIN | Ristorante Combal.Zero , Rivoli (TO)SABRINA CAROLLO | Giornalista e autrice del libro “Galateo per tutte le occasioni” (Giunti Editore)MAURIZIO MEDAGLIA | Gastronauta, studioso ed esteta del cibo
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