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L'appello dei Ristoratori Responsabili Italiani

I ristoratori responsabili chiudono, prima dell'ultimo decreto, ma chiedono delle tutele


In principio fu un piccolo gruppo di ristoratori fiorentini: il 9 marzo, di fronte all’emergenza sanitaria creata dal coronavirus, lanciano un appello al governo nazionale chiedendo un intervento immediato per tutelare il pubblico e sostenere il settore. Li hanno seguiti i Ristoratori Responsabili di Milano, con con hashtag #iomifermo #ristoratoriresponsabili, hanno inviato una lettera aperta al Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione Lombardia, al Ministro della Salute e al Sindaco della città, dove viene sottolineato il disappunto a lasciare i gestori delle attività come baluardo di prevenzione del contagio, consapevoli che la promiscuità tra clienti e personale del servizio è ineliminabile, così come la distanza di un metro è impossibile da rispettare. In due giorni i ristoratori di tutta la penisola hanno fatto una cordata, diventando un gruppo a livello nazionale, con più di 4000 esercizi ristorativi coinvolti.

Da ieri questa comunità virtuale, nata attraverso un passaparola su facebook, si è data il nome di Responsabili Italiani e, per senso civico e morale, ha abbassato le saracinesche dei loro ristoranti. Al grido di “siamo nati per assumere e non per licenziare”, i firmatari di questo appello hanno deciso di chiudere, prima del decreto del Consiglio dei Ministri di ieri sera, chiedendo misure volte a tutelare la loro salute, quella dei loro dipendenti, dei clienti e dei cittadini, unitamente a tutele economiche per permettere a tutti di mantenere migliaia di posti di lavoro. “Solo così”, sostengono i titolari di questi esercizi, “quando tutto questo sarà finito, potremo ripartire più forti di prima. Dovremmo essere tutti uniti per fronteggiare un momento delicatissimo e importantissimo della nostra società. Solo il settore ristoratori occupa 1.300.000 di persone e fattura 80 miliardi: se questo venisse a mancare, le conseguenze sarebbero disastrose”.

Oltre alla chiusura di tutte le attività h 24, al fine di tutelare la salute pubblica riducendo al minimo il contagio (misura quantomai necessaria per tornare al più presto alla normalità), i Ristoratori responsabili chiedono:
• Cassa integrazione a deroga con 0 ore, senza anticipo per le aziende, che consenta ai dipendenti di non esaurire le ferie.
• Sospensione/cancellazione di tutti i contributi, oneri e tributi fiscali del periodo di chiusura.
• Mediazione pubblica in una trattativa con i proprietari dei fondi per sospendere il pagamento degli affitti, con conseguenti aiuti ai proprietari degli immobili.
• Eliminazione degli oneri bancari.
• Moratoria per mutui e finanziamenti concessi dagli istituiti bancari.
• Abolizione delle sanzioni per tutto il 2020 dei versamenti tardivi.
• Congelamento per i prossimi 6 mesi di tasse, tributi statali, regionali e comunali con pagamenti a partire dal 2021.
• Sospensione di tutte le utenze (gas, luce, acqua e spazzatura).

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