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Abbinamento pesce e birra: perché no?

L'abbinamento pesce e birra in Italia è considerato inedito, ma in molti Paesi questo connubio è piuttosto usuale e frequente



Sdoganiamo un luogo comune: non è vero che un piatto di pesce debba necessariamente essere abbinato al vino. Anche la birra è una buona alleata dei menù di mare e sa esaltare in maniera efficace e competente i prodotti ittici.

L'abbinamento pesce e birra in molti Paesi non è così insolito

E se nel nostro Paese il connubio birra-pesce è considerato inedito, in molti stati europei (Belgio, Irlanda, Olanda) il loro abbinamento è piuttosto usuale.

Non è un caso che in uno dei piatti cult del Belgio, le moules-frites, la birra non solo viene usata per l’abbinamento, ma anche per cuocere le cozze (moules) nel burro, con scalogno, aglio e prezzemolo. Mentre inglesi e irlandesi hanno sempre preferito accompagnare i molluschi alla birra, e non al vino.

La premessa è che quando abbiamo a che fare con il pesce,l’abbinamento deve essere oculato. Essendo un prodotto delicato, necessita di un ulteriore riguardo. In base al pesce e al tipo di cottura, bisogna considerare le diverse caratteristiche di una birra e scegliere anche lo stile giusto, che non copra piatti leggeri e fini, come quelli ittici.

Oggi vi proponiamo tre classici piatti di pesce, che abbiniamo quasi in maniera quasi automatica al vino, da accompagnare a tre birre, suggeriteci dai nostri amici di Ales & Co.

Scegliamo le birre di Moor, il primo birrificio britannico a credere nelle Real Ales in lattina, birre vive, carbonate naturalmente, non filtrate e senza aggiunta di finings nella produzione.
Piatti di pesce abbinati alla birra

Tre piatti di pesce abbinati a tre birre di Moor

Ostriche

Chi lo dice che il matrimonio felice delle ostriche sia solo con lo champagne? In Irlanda l’accoppiata con la Stout ha sempre dato grandi soddisfazioni. Vi suggeriamo le ostriche piatte della Bretagna, da mangiare crude o condite con la salsa mignonette, una vinaigrette a base di scalogno tritato e marinato in vino e aceto.

Per rendere più morbida la mineralità delle ostriche consigliamo la Stout di Moor. Oltre a contrastare, con il suo colore nero, la polpa bianca dei molluschi, questa birra dona equilibrio al piatto grazie alla sua tostatura asciutta. Una stout in pieno stile british, elegante e pulita in cui emergono note di cacao amaro, crosta di pane e caffè. Lineare e corretta, chiude in secchezza e, con il retrogusto agrumato del luppolo, dà coerenza al sapore di mare che le ostriche portano inevitabilmente nel loro guscio.
Pesce e birra: le ostriche e la Stout di Moor

Spaghetti alle vongole

Un must senza tempo della cucina italiana, di cui i napoletani vantano la paternità. Gli spaghetti alle vongole sono un inno al tricolore, quasi quanto la pizza. Un piatto di pesce gustoso e fresco che presenzia le tavole estive nazionali. Il segreto del loro successo dipende anche dalla facilità di preparazione.

Occhio a non improvvisare però, usate vongole veraci fresche. Lasciatele spurgare una notte per eliminare la sabbia, ripulitele, sciacquandole sotto l’acqua corrente. Controllatele a una a una, scartando le conchiglie aperte e battendole tutte per togliere i residui di sabbia. Preparate un soffritto con aglio, peperoncino dove metterete le vongole per farle aprire, tendendo da parte il sughetto che va filtrato e utilizzato per condire gli spaghetti. Ricordate di amalgamare bene in modo che siano cremosi.

Un piatto che sa di mare, come questo, va stemperato con una birra dall’aromaticità evidente. La Distortion di Moor si presta bene a questo abbinamento. Una West Coast Session Ipa luppolata con Mosaic, Citra ed Enigma. Dalle note agrumate e fruttate, ha un corpo leggero che non compromette la solida struttura. Equilibrata e dissetante, è in simbiosi con la freschezza della pasta, ma sa chiudere con una punta di amaro che ripulisce il palato.
Pesce e birra: gli spaghetti alle vongole con la Distortion di Moor

Frittura di paranza

Oltre a essere stagionale, e quindi anche low cost, il fritto di paranza è molto gustoso. Deve il suo nome alla barca usata per la pesca a strascico ed è composto da pesciolini di piccola taglia (trigliette, soglioline, latterini, gianchetti, calamaretti a spillo, alici) che, anziché rimanere invenduti per le loro dimensioni, vengono infarinati e fritti. Un secondo piatto di pesce che insegna come dal recupero di un prodotto di scarto possa nascere una ricetta speciale e accessibile a tutti.

In quanto frittura, l’abbinamento con la Lager di Moor, va da sé. Fresca e dissetante, viene luppolata esclusivamente con varietà Saaz. Ha note erbacee e floreali a cui si aggiungono dei sentori di crosta di pane (derivati dalla base maltata) e di scorza di limone. Una bevuta equilibrata che chiude con un finale asciutto, ideale per sgrassare la bocca dalla frittura.
Pesce e birra: la frittura di paranza e la Lager di Moor
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Stout
Distortion
Lager

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