Cerasus Sanguine: il segreto gourmet che trasforma l’aceto in un’esperienza d’autore
Un viaggio tra Modena e Vignola, alla scoperta di un elisir innovativo e multisensoriale: Cerasus Sanguine, l’aceto balsamico di ciliegia che fonde design, cultura e alta gastronomia in un'esperienza che va oltre il semplice assaggio.
Da appassionato di cucina e prodotti d’eccellenza, mi capita spesso di scoprire piccole realtà artigianali che lavorano con passione. Ma raramente mi è successo di vivere un'esperienza così completa e coinvolgente come quella offerta da Cerasus Sanguine, un brand modenese che ha completamente rivoluzionato la mia idea di “aceto”.
Il protagonista? Un aceto balsamico di ciliegia. Già, avete capito bene: non uva, ma ciliegie Vignola IGP spremute a freddo. L'idea nasce da Uriel Pastors, un imprenditore creativo con un’anima artistica, che ha voluto fondere in un unico prodotto la sua esperienza nel design, la sua storia familiare nel mondo dell’arte e una passione autentica per il gusto.
Tutto inizia con una degustazione privata nella sede dell’azienda. Ad accogliermi è Uriel in persona, che mi racconta come è nato questo progetto. Fin da piccolo ha vissuto tra i colori e le mostre della madre, Damisela Pastors Lugo, artista cubana di grande sensibilità. Da lei ha ereditato l’amore per la bellezza, la cura del dettaglio, e quella visione estetica che oggi si ritrova in ogni bottiglia di aceto firmata Cerasus Sanguine.
Ma perché usare le ciliegie al posto dell’uva? “Perché volevamo creare qualcosa di nuovo, identitario”, mi spiega Uriel. “La ciliegia di Vignola è un’eccellenza del nostro territorio e ha una ricchezza aromatica straordinaria. Lavorandola a freddo, riusciamo a mantenere intatte tutte le sue caratteristiche organolettiche”.
Ed è proprio così: al primo assaggio resto sorpreso. La consistenza è vellutata, il profumo intenso, il gusto ha un equilibrio perfetto tra dolcezza e acidità, con note profonde e persistenti. Una goccia su una fetta di Parmigiano, su una tartare di tonno o persino su un dessert al cioccolato… e ogni piatto cambia volto.
Non stiamo parlando di un classico aceto balsamico: questo elisir non viene invecchiato in botte, ma riposa naturalmente per mesi o anni a seconda della linea. Le tre principali – Ater, Cuprum e Argentum – raccontano ciascuna una diversa intensità e sfumatura di gusto, tutte accomunate da un'identità fortissima.
Il packaging è un’altra rivelazione. Ogni bottiglia è decorata con un’etichetta artistica tratta dalle tele originali di Damisela. Un oggetto da esporre, non da nascondere in dispensa. Qui il food diventa arte nel senso più letterale del termine. E c’è di più: anche il cofanetto in legno di cedro per la degustazione dei sigari (progetto da cui nacque tutto) è un’opera raffinata, pensata per contenere non solo aceto ma emozione.
Uriel mi racconta del suo incontro con Leo Bozzetto, il produttore che per primo gli fece scoprire l’aceto di ciliegia. Un uomo carismatico, che Uriel ha voluto omaggiare rilevando l'acetaia dopo la sua scomparsa e portandone avanti il lavoro con rispetto e innovazione. Da lì nasce Cerasus Sanguine, che in latino significa “sangue di ciliegia”: un nome che parla di radici, famiglia, passione.
Un altro momento indimenticabile? La degustazione della tavoletta “Deorum Nectare”, cioccolato fondente artigianale con ganache all’aceto balsamico di ciliegia Cuprum. Un connubio unico di cacao e ciliegia, equilibrato e seducente. Perfetto per chi cerca esperienze fuori dall’ordinario.
Cerasus Sanguine non è solo un marchio, ma una filosofia del gusto. L’obiettivo è creare esperienze che parlino al cuore e ai sensi, fondendo gusto, design e storytelling. “Vogliamo che ogni persona che entra in contatto con noi viva un’emozione – mi dice Uriel – perché è attraverso l’emozione che il cibo diventa cultura.”
Accanto a lui c’è anche il fratello, giovane esperto di produzione, che segue ogni dettaglio tecnico con passione. Un team che crede nel valore dei giovani, nella formazione, nella crescita umana oltre che professionale.
Quando lascio la sede di Cerasus Sanguine, ho la sensazione di aver fatto molto più che una semplice visita o una degustazione. Mi porto via una storia da raccontare, un gusto che resta in bocca e nella mente, e la certezza che ci sono ancora realtà in grado di unire bellezza, sostenibilità e innovazione, senza perdere l’autenticità.