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50 sfumature di Margherita

Da Lievità a Milano la regina delle pizze è declinata nella sua semplice complessità


Mettiamola così, per una che in pizzeria non riesce a scegliere niente di diverso da una Margherita, malgrado l’impegno costante a leggersi il menu rigo-per-rigo, lo sforzo di apprezzare la creatività fuori dalle righe del pizzaiolo gourmet e la fatica di interpretare i nomi artificiosi delle pizze, Lievità è una sfida. Il locale milanese, situato in una rinata zona Marghera, ha del provocatore nato per gente come me. Lancia un guanto di sfida inaspettato, da raccogliere con l’acquolina alla bocca.


Seduta e accomodata al mio tavolo, l’attenzione è catturata dalla tovaglietta. La stampa non recita di impasti, lievitazioni, farine selezionate, antiche tradizioni. Come per altro avrebbe diritto, visto che non sono parole straniere nella terra di Lievità, che ha deciso di dare cittadinanza ai trend del momento pur con un certo comfort e senza iperbole. Nulla di tutto ciò.

Sul rettangolo rosso su cui sono incollati i miei occhi, trovo una sorta di glossario del pomodoro che elenca i termini concessi negli scambi verbali con la popolazione indigena. Giallo del Vesuvio, Pomodorini del Piennolo del Vesuvio Dop, Corbarino, San Marzano Dell’Agro Sarnese NocerinoDop, Kumato, Pomodorino di Gragnano dei Monti Lattari. Nella definizione dei lemmi ricorrono concetti come dolce, acido, tenore zuccherino, polpa e sapore che danno dignità a un prodotto della terra e del sole spesso marginalizzato nell’esecuzione di una pizza


Questa sensazione si solidifica quando mi trovo sottomano il menu, che potrebbe benissimo avere come titolo “50 sfumature di Margherita”. La regina delle pizze viene dipinta come un fenomeno di trasformismo: scegli la varietà del pomodoro, considera il grado di dolcezza a cui ambisci e preparati a chiamarla con il suo nome d’arte, perché da questo momento per te non sarà più la Marghe, ma diverrà Corbarì o Sua Eccellenza o San Gennaro.Io scelgo la Gragnano, con i pomodori coltivati alle pendici dei Monti Lattari, che promettono di regalarmi un gusto unico e inconfondibile.

Non so se siano gli aggettivi che userei io, ma di sicuro c’è che nel complesso si tratta di una pizza fatta bene, con una bella armonia di sapori, buona cottura e lievitazione e che, cosa non da poco, mi attraverserà lo stomaco in leggerezza e senza rimorsi. Per chi invece non trova soddisfazione nella semplice complessità di una Margherita, ci sono le Pizze Gourmet Estreme che vantano una selezione di ingredienti di tutto rispetto e stuzzicano la curiosità. Stai a vedere che la prossima volta finalmente ce la faccio a superare la prima pagina del menu in pizzeria.

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LIEVITÀ

Via Ravizza 11, Milano 

02.91328251 

info@pizzeria-lievita.com

www.pizzeria-lievita.com

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