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Intervista a Oscar Farinetti

L'inventore di Eataly sarà ospite d'onore nei Ring di Taste


Taste


Di Oscar Farinetti si è parlato moltissimo grazie al successo di Eataly, un progetto che oggi si replica in molte città in Italia e nel mondo, da Torino a Milano fino a Tokyo. E prossimamente anche a Firenze e Bari. 

Oscar Farinetti, originario di Alba, lancia il format Eataly, primo supermercato al mondo dedicato interamente ai cibi di alta qualità, a Torino il 27 gennaio 2007. Nel settembre 2008 lascia la poltrona di amministratore delegato per rimanerne presidente. Nel frattempo segue le aperture di altri Eataly: a Milano (ottobre 2007), a Tokyo, 5 punti vendita (il primo a settembre 2008, l'ultimo a maggio 2011), a Bologna (in partnership con librerie.coop; dicembre 2008), a Pinerolo (settembre 2009) ad Asti (dicembre 2009), a New York (agosto 2010),  a Monticello d'Alba (ottobre 2010) e a Genova (aprile 2011). Un successo che non conosce frontiere e in arrivo a Firenze, anche grazie a Taste per un dibattito con il Gastronauta Davide Paolini (domenica 11 marzo alle 12:00).


Come è nata l’idea di Eataly?

Abbiamo pensato di creare un luogo aperto in cui chiunque possa sentirsi a proprio agio, non solo come consumatore, ma anche come protagonista di un informale percorso di avvicinamento e di comprensione dei cibi e delle bevande di qualità. 

 

Che messaggio ha voluto dare con Eataly?

Noi parliamo alle persone del valore del buon cibo e nelle nostre scelte commerciali restiamo fedeli a questo principio. Potremmo dire che un'azienda etica, pur operando in un regime di libero mercato e quindi sostenendosi attraverso il profitto, si fa guidare, nelle scelte strategiche e in quelle operative, dai propri valori (nel nostro caso, il buono, pulito e giusto) prima che dai confronti di redditività e dalle proiezioni di marketing. 

 


Quali cambiamenti e innovazioni racconta tramite Eataly?

Vogliamo creare maggiore consapevolezza nei confronti del nostro cibo quotidiano e della nostra alimentazione. La frase di Wendell Berry (contadino e intellettuale del Kentucky) che giganteggia all'ingresso di Eataly: “Il primo gesto agricolo lo compie il consumatore, scegliendo ciò che mangia”, è proprio il principio dei cambiamenti nei quali Eataly si riconosce. Il consumatore pian piano sta imparando che può diventare “co-produttore” e condizionare così l'offerta del mercato. Se ci mettessimo tutti a mangiare prodotti di stagione e del nostro territorio, limiteremmo, ad esempio, il traffico dei camion.


Come ha sviluppato Eataly a Roma?

Eataly apre a Roma il più grande luogo al mondo dedicato alle eccellenze agroalimentari italiane. Oltre 15.000 metri quadrati dove il cibo di grande qualità sarà esposto e messo in vendita, degustato nei vari ristoranti e studiato nelle aree ed aule didattiche. Un'integrazione totale tra mercato, ristorazione e didattica. Nell'Air Terminal della stazione Ostiense, la struttura realizzata per i Mondiali di calcio del 1990 dall'architetto postmoderno Julio Lafuente, troveranno luogo oltre 5.000 prodotti agroalimentari di qualità, 18 luoghi di ristorazione monotematici, 40 aree didattiche/emozionali e 8 aule in cui si svolgeranno lezioni e corsi su tutti i temi dell'agroalimentare italiano. Vi troveranno lavoro circa 500 persone. Ci aspettiamo ogni giorno più di 20.000 clienti di Roma, della regione Lazio e delle regioni limitrofe oltre naturalmente a un grande numero di turisti che, dopo aver visitato il Colosseo, i Musei Vaticani ecc. troveranno in Eataly Roma un altro grande luogo della bellezza italica dedicato appunto al cibo.

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