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Se il vino è vintage

In un clima di amore per il passato, anche nel settore vitivinicolo si ritorna a tecniche antiche


Vino vintage

«Mala tempora currunt»... così tutto volge al passato. Il "vintage" trionfa nel costume: dal cibo alla moda, dal design al cinema. Si guarda indietro per cercare certezza, ritrovare radici, sicurezza, ma è un'utopia perché forse non è stato sempre così («chi vuol essere lieto sia: di doman non c'è certezza»). Anche la cucina e soprattutto il vino non fanno eccezioni.


Al suono di tamburi e squilli di tromba arrivano sul mercato con grande successo i vini fermentati nelle anfore, una metodologia che trova le sue origini lontane in Georgia, nel Caucaso meridionale. Al di là della qualità dei vini prodotti con tale sistema da cui prendono vita bianchi eccellenti (ma anche qualche rosso) ma pure vini difettosi.

L'anfora rappresenta un ritorno al passato, a un periodo, vissuto forse, come felice. Di conseguenza c’è un approccio romantico da parte degli amanti dei vini “Georgian style", quasi di ricerca di valori che non vengono più  riscontrati, ovverosia di una filosofia di vita; certo anche i profumi e i sapori sono assai diversi dai vini cosidetti convenzionali, a partire dall’evidente ossidazione, amata e rifiutata al tempo stesso. 


Dall'anfora, ma pure dal legno (botti grandi) prendono vita quei vini bianchi, definiti con un termine infelice: "Orange" (tra l’altro coincide con il nome di una regione dell’Australia, dove si producono vini, ma assai diversi) che non vorremmo usare, ma ormai identifica uno stile di vinificazione che dona vini dall'accentuato color arancione. Niente di nuovo in Friuli Venezia Giulia dove il Pinot grigio è tradizione che assuma il colore "ramato", ma forse una realtà poco nota, perché non ha mai pubblicizzato questo vino come "orange". Oggi è diventato di moda, da cui «la tradizione è una innovazione riuscita».


Ancora un ritorno al passato sono i vini col fondo (sur lies per i francesi dove è una pratica tradizionalmente adottata in Borgogna), soprattutto il prosecco. Si tratta di imbottigliare in clima primaverile, favorendo la rifermentazione spontanea in bottiglia (in luogo dell'autoclave), prodotta dai lieviti sugli zuccheri residui, il vino sarà torbido e particolarmente secco con una capacità maggiore all'invecchiamento.

Sine qua non !

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