Pinot Bianco del Collio: sei cantine unite per valorizzare il vino simbolo dell’eleganza friulana
Una rete di produttori promuove l’identità del Pinot Bianco nel Collio, tra storia, territorio e alta cucina italiana
Nel variegato mosaico enologico italiano, il Collio si distingue per la sua eleganza sobria e la sua autenticità resistente alle mode. In questo angolo orientale del Friuli, affacciato sul confine sloveno, da oltre 150 anni il Pinot Bianco ha trovato il suo habitat ideale. È qui, tra le marne e arenarie della ponca, che questo vitigno internazionale assume una personalità unica, raffinata e minerale, che racconta il territorio più di mille parole.
A custodire e promuovere questa eccellenza c’è oggi una rete di produttori uniti da una visione comune: dare voce al Pinot Bianco del Collio e valorizzarne l’identità. È nata così la Rete d’Impresa “Pinot Bianco nel Collio”, formata da sei cantine storiche – Castello di Spessa, Komjanc, Livon, Russiz Superiore, Toros, Venica & Venica – che condividono passione, memoria e impegno verso un vino che incarna la vera essenza del luogo.
Eleganza e autenticità in un vino di territorio
Il Pinot Bianco del Collio rappresenta solo una piccola parte della produzione totale – circa il 4% – ma è un concentrato di finezza, complessità e coerenza stilistica. I vigneti, poco più di 16 ettari, restituiscono ogni anno meno di 80.000 bottiglie, espressione di un lavoro artigianale che guarda alla qualità, non ai numeri.
Al naso, il vino si apre con note di frutta bianca, mela verde, pera, pesca, accarezzate da fiori e agrumi; in bocca colpisce per acidità precisa, struttura equilibrata e una mineralità salina che riflette il carattere delle colline friulane. Non è un vino da effetto immediato, ma da ascolto, capace di crescere nel tempo e nel bicchiere.
Una rete, una visione condivisa
La forza della Rete non sta solo nella somma delle sue cantine, ma nella condivisione di una missione: raccontare il Pinot Bianco del Collio come espressione culturale prima ancora che commerciale. Ogni azienda interpreta il vitigno secondo il proprio stile e la propria storia, ma tutte condividono l’idea che sia giunto il momento di restituirgli il posto che merita, anche nel panorama nazionale e internazionale.
Questa volontà si è concretizzata anche attraverso eventi di alto profilo come il recente Jesolo Gourmet Festival, tenutosi in due weekend consecutivi di maggio nella celebre località balneare veneta. La rassegna ha visto protagonisti dodici chef stellati – tra cui Alessandro Breda, Andrea Leali, Giacomo Devoto, Terry Giacomello, Emanuele Scarello, Salvatore Morello, Stefania di Pasquo, Leandro Luppi, Maurizio Bufi, Daniele Lippi, Lionello Cera e Andrea Impero – ciascuno interprete di un tema gastronomico originale in dodici cene d’autore.
Il Pinot Bianco del Collio è stato selezionato per accompagnare alcune di queste esperienze, abbinato con cura ai piatti dei grandi chef, dimostrando quanto la sua eleganza discreta possa dialogare con le più diverse espressioni della cucina contemporanea.
Le degustazioni rivolte agli operatori e agli ospiti della città sono state impreziosite dalla presenza di Adua Villa, sommelier, divulgatrice e volto noto del mondo enologico italiano, che ha guidato masterclass e momenti di approfondimento sul Pinot Bianco e sull’identità vitivinicola del Collio. La sua partecipazione ha offerto un ponte tra la narrazione del vino e quella dell’esperienza sensoriale, contribuendo a diffondere una cultura del bere consapevole e territoriale.
Una storia che parla di legami
Sei famiglie strette attorno a un vitigno, e al suo vino. Ma ancor prima, uomini e donne legati al loro territorio; tanto da ancorare ad esso non solo il loro mestiere, bensì le loro vite, generazione dopo generazione.