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Vino Nobile contro Montepulciano d’Abruzzo: la nobiltà non si misura a litri

Da Montepulciano DOCG una risposta piccata ai numeri dell’Abruzzo: qui si brinda alla qualità, non alla quantità.


Cari wine lover di Cibovagare.it, oggi apriamo un capitolo che potrebbe sembrare una telenovela, ma che invece è una vera epopea del vino italiano: quella tra il prestigioso Vino Nobile di Montepulciano DOCG e il robusto Montepulciano d’Abruzzo DOC. Due vini, due storie, due terroir, e – non dimentichiamolo – due pesi e due misure. Eppure, a volte, sembra che la confusione regni sovrana.

Vino Nobile di Montepulciano

La posizione del Vino Nobile di Montepulciano DOCG: qualità, storia e territorio che non si discutono

Prima di tutto, fermiamoci un attimo e ricordiamo perché il Vino Nobile di Montepulciano DOCG è uno dei grandi gioielli della Toscana. Questa denominazione, riconosciuta DOCG dal 1980, è legata a una tradizione vitivinicola plurisecolare, che affonda le radici nella nobiltà e nella storia stessa di Montepulciano.

Non è solo una questione di numeri (7 milioni di bottiglie contro oltre 100 milioni dell’Abruzzo, come ricordato dal Governatore Marsilio), ma di altissima qualità e identità territoriale fortissima. Il disciplinare di produzione del Vino Nobile è tra i più rigidi in Italia, con un blend dominato dal sangiovese e piccole percentuali di altri vitigni autoctoni, coltivati sulle colline toscane che circondano Montepulciano.

Pievi Vino Nobile

Le Pievi: le sottozone che raccontano un territorio unico

Un elemento che spesso sfugge anche ai più appassionati è la presenza delle Pievi, ovvero le sottozone all’interno della DOCG, che delineano micro-territori vitivinicoli con caratteristiche precise e riconoscibili.

Queste Pievi rappresentano veri e propri “campioni” di terroir, che danno al Vino Nobile una complessità e una stratificazione di profumi e sapori che pochi altri vini possono vantare.

Quando un produttore indica in etichetta la Pieve di appartenenza, offre al consumatore un valore aggiunto: una cartina geografica di esperienze sensoriali e un viaggio profondo nelle sfumature del territorio, e nalla sua storia.

Pievi Vino Nobile

L’etichetta “Toscana”: una mossa strategica per distinguersi

Per evitare confusioni e distinguersi nettamente dal Montepulciano d’Abruzzo, nel 2021 il Consorzio del Vino Nobile ha imposto che sulle bottiglie compaia obbligatoriamente la dicitura “Toscana”. Un dettaglio che vale oro, soprattutto per i wine lover più attenti che non vogliono incappare in fraintendimenti all’enoteca.

Montepulciano d’Abruzzo DOC: quantità sì, ma attenzione alla qualità

Il Governatore abruzzese ha voluto mettere sul tavolo la “questione quantità” vantando i 100 milioni di bottiglie prodotte nella sua regione, contro le poche milioni del Nobile. Eppure, come ammette il Consorzio Nobile, quantità non significa qualità. Il Montepulciano d’Abruzzo è senz’altro un vino apprezzabile, ma racconta una storia differente, più orientata al mercato di massa e meno legata a un’identità territoriale così marcata.

Politica, polemiche e un invito a brindare insieme

Tra ironie, battibecchi e dichiarazioni “a effetto”, il Consorzio del Vino Nobile si è limitato a sottolineare la serietà del proprio lavoro e ha lanciato un invito sincero al Ministro Salvini: venga a Montepulciano, fuori dalle campagne elettorali, per degustare un vero vino nobile, scoprire la storia delle Pievi e capire che qui non si parla solo di numeri, ma di eccellenza italiana.

Vino Nobile di Montepulciano


E voi? Siete curiosi di scoprire la magia delle Pievi e la nobiltà di questo vino toscano? O preferite la generosità e la potenza del Montepulciano d’Abruzzo?

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