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Amari italiani, questi sconosciuti

Gli Amari sono una categoria spesso sottovalutata e identificata solo con i protagonisti della pubblicità. In realtà l'amaro ha una storia secolare e per anni è stato considerato una medicina.



I territori d'Italia, dalle Alpi fino ai mari di Sicilia e di Sardegna, sono la generosa miniera da cui estrarre la straordinaria Biodiversità dei giacimenti.

GLI AMARI, PERLE SOTTOVALUTATE

La ricchezza presente è talmente vasta che spesso vengono dimenticate perle poco conosciute, o addirittura ritenute senza valore, come gli amari.

Da sempre è stata rivolta poca attenzione a queste bevande, anzi spesso vengono identificate solo con quei prodotti protagonisti della pubblicità televisiva come Cynar, Averna, Fernet Branca, Montenegro, Lucano, Amaro del Capitano.

Amari_Cibovagare

L’utilizzo diffuso degli amari “locali”, prodotti in modo amatoriale o nei monasteri dagli alchimisti, dagli speziali, dai farmacisti ha fatto sì che questo liquore non avesse un ruolo nella cultura materiale dei territori, così come i formaggi, i salumi, i dolci, la pasta, gli oli, il vino.

GLI AMARI COME MEDICINE?

Non sarebbe fuori luogo proporre per gli amari italiani riconoscimenti quali la Dop e la Igp. Dopo aver scorso “Il grande libro dell’amaro italiano” di Matteo Zed, dove sono rilevate differenze territoriali della ricetta, non solo per grado alcolico e zuccherino, ma soprattutto per la lavorazione (macerazione, infusione, distillazione) e per le materie prime: fiori, foglie, radici, cortecce, semi e frutti dal carattere amaricante.

Le fusioni alcoliche, a base di erbe, radici e spezie, nascono con un’origine ben precisa: la medicina naturale.

Anche il “bitter”, di cui negli ultimi anni si è avuto un grande sviluppo di nuovi prodotti, trova la ragion d’essere nella medicina. In passato era considerato quasi come una panacea.

Viene ottenuto anch’esso dall’estrazione per fusione alcolica di piante, spezie e radici e appartiene alla categoria dei liquori amaricanti.

L’unica differenza tra amaro e bitter (di cui negli ultimi anni si è sviluppata un’importante produzione) consiste nell’evoluzione che hanno avuto nel tempo: il bitter, utilizzato solo per la miscellazione di cocktail, in primis lo storico Campari, mentre l’amaro per chiudere una serata. Così è se mi piace!

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