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Bevande in capsule: dopo la Coca-cola a chi tocca?

Con l'annuncio che la famosa bevanda presto si potrà preparare in casa, una rivoluzione apre nuovi scenari anche sulle bibite nostrane


Quali sono le bollicine più amate al mondo? Pensare allo champagne è da ingenui: che lo ammettiate o no, la Coca-Cola batte per diffusione anche le bolle alcoliche più pregiate. E da oggi i fans della bevanda potranno gioire, perché presto arriverà anche in capsule per un nuovo uso homemade. La regina delle bevande gasate ha infatti siglato un accordo di partnership di dieci anni con Green Mountain Coffee Roasters, acquistando, per 1,25 miliardi di dollari, il 10% della società produttrice del caffè in capsule. L’obiettivo? Generare un sistema di sode (Coca-Cola, Diet Coke, Sprite e Fanta) da fare in casa. Storia di una rivoluzione annunciata, quindi: provate solo a immaginare l’esaltazione dei Cola addected.

Il punto però è un altro: se il discorso sopra vale per questa bevanda, niente esclude che a breve potranno circolare anche nuove capsule per la preparazione fai da te di altre bibite. Credo che dopo questo incipit, già molti di voi avranno in testa una lista di quelle che vorrebbero trovare prossimamente in commercio. Anche noi ne abbiamo fatta una, eccola.

Chinotto

CHINOTTO

E’ il soft drink amarognolo per eccellenza, sinonimo d’italianità e derivato dall’omonimo agrume, cui si aggiungono acqua, zucchero, scorza di arancia e aromi vegetali. La pianta, il cui frutto ha un profumo intenso e un sapore acre, ha origini cinesi, ma è coltivata anche nella penisola italiana, in particolare in Sicilia e sulla riviera ligure. Tra quelli sul mercato, quoto Neri: il Chin8 di questa azienda storica italiana viene fatto nella Tuscia viterbese e si distingue dagli altri per l’uso dell’ acqua minerale sorgiva di San Rocco.

Spuma

SPUMA

Chi potrebbe mai dimenticare l’etichetta vintage della spuma Paoletti? La raffigurazione immortala una pin-up, sensuale, sorridente e frizzantina, una grafica rimasta impressa a lungo nell’immaginario collettivo. Sono diverse le aziende che producono questa bevanda analcolica, simile al chinotto, ma che si differenzia da suo fratello per la presenza del caramello e di estratti di vaniglia (l’odore è riconoscibile), rabarbaro e spezie. Tra quelle in commercio, la Spumador 1938, dell’omonima azienda comasca, è la più storica. 

Cedrata

CEDRATA

Dissetante, rinfrescante, gialla come il sole estivo, è la Cedrata. A inventarla è stato, negli anni Venti del Novecento, Carlo Amadei, figlio del titolare della Cedral Tassoni di Salò. Acqua, zucchero, anidride carbonica, acido citrico, aromi naturali ricavati dagli olii essenziali estratti dall’agrume che dà il nome alla bibita: il cedro. La varietà usata è il diamante, proveniente dalla Calabria. Sebbene siano tante oggi le cedrate in circolazione, quella Tassoni si distingue anche per il design: bottiglia in vetro rugoso, con il nome  e tappo verde e giallo.
 

Bitter

BITTER

Il nome deriva dall’ olandese bitter, amaro. Che sia rosso o bianco, questo soft drink si distingue, infatti,  per il gusto amarognolo che lo rende particolarmente adatto  alla preparazione di aperitivi. Acqua, zucchero, anidride carbonica e acidificanti sono gli ingredienti principali della bevanda. Le proposte sul mercato sono assortite, io consiglio lo Stappj Red Bitter dell’azienda Di Iorio di Frosolone (IS), la cui ricetta è un mistero. Su un’informazione però siamo certi: quello che differenzia  il prodotto molisano è l’utilizzo dell’acqua oligominerale Molisia. 

Spritz

Spritz

Fino a qualche anno fa era il re degli aperitivi: non c’era tavolo dei bar in cui non fosse presente. Pur essendo passata la spritzomania, continua a essere diffuso. Bevanda alcolica italiana, affonda le sue radici nel Veneto. La ricetta originaria prevedeva vino bianco, bitter e acqua frizzante. Oggi la versione ufficiale dell’IBA (International Bartenders Association) è a base di ingredienti prosecco, aperol o campari (a seconda che sia più o meno strong) e soda/seltz. Un posto dove bere un buono spritz? L'Osteria Barabba di Padova.

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