Estate in bottiglia: tre birre artigianali da scoprire tra mare, montagna e città
Scopri TrePiùDue, Ambita e Oppale: tre birre artigianali leggere e versatili, perfette per le giornate estive, ovunque tu sia.
C’è un momento dell’anno in cui la birra cambia ruolo. Non è più solo la bevanda da pub o da serata tra amici, ma diventa compagna di viaggio, rifugio dissetante, pausa da condividere. Succede d’estate, quando il caldo si fa sentire e una birra fresca può trasformare un pranzo semplice o una sosta in qualcosa di più. Tra le tante storie del panorama brassicolo italiano, ce n’è una che parte da Pederobba, un piccolo comune tra le colline trevigiane. Qui, nel 2006, tre amici – un imprenditore, un mastro birraio e un creativo – hanno fondato 32 Via dei Birrai, birrificio artigianale che ha scelto fin da subito una strada diversa: qualità costante, attenzione alla sostenibilità e una forte identità.
Una birra pensata come un progetto culturale
Il nome stesso — un numero e una via — racconta qualcosa di insolito: ogni birra è numerata, ogni etichetta ha un colore, ogni bottiglia parla una lingua visiva precisa. Dietro, c’è la volontà di rendere ogni prodotto riconoscibile, ma anche di inserirlo in una visione più ampia: fare birra in modo artigianale non solo per piacere, ma per lasciare un segno.
Con il tempo, la produzione è cresciuta. Oggi il birrificio propone una gamma ampia, ma ci sono tre birre che sembrano nate per l’estate. Leggere, equilibrate, capaci di raccontare sapori diversi ma complementari. Le ha scelte direttamente il mastro birraio, Fabiano Toffoli, che le considera perfette non solo per chi è in vacanza, ma anche per chi cerca un momento di freschezza nel quotidiano.
Tre birre, tre atmosfere
TrePiùDue
Il nome è già un indizio: 3,2% di alcol, eppure un carattere definito. È una birra chiara con leggere note speziate di coriandolo e scorza d’arancia amara. Il suo profumo è fruttato, ma non invadente; il gusto, secco e lievemente acidulo, è pensato per essere rinfrescante senza risultare piatto. Una birra da bere lentamente, magari guardando il mare all’ora del tramonto.
Ambita
Qui si torna all’essenziale: una monoluppolo chiara, fatta solo con ingredienti italiani. La semplicità è la sua forza. Malto e luppolo convivono in equilibrio, l’alcol è contenuto (4,5%), l’amaro è discreto. Non vuole stupire, ma accompagnare: un’insalata fredda, una focaccia al rosmarino, una serata d’estate in terrazza.
Oppale
Più strutturata (5,5%), nasce con un’impronta belga ma si è guadagnata un posto tutto suo. Il gusto è doppio: il caramello iniziale cede il passo a un amaro ben presente ma non aggressivo. Secca, elegante, è una birra che funziona benissimo in quota, dopo una camminata, o in abbinamento con formaggi stagionati o piatti più intensi.
Mare, montagna, città: contesti diversi, stesso piacere
Le tre birre si muovono bene nei paesaggi italiani. Sul mare si cercano freschezza, leggerezza e profumi delicati: la TrePiùDue e la Ambita rispondono con grazia a questo invito. In montagna, invece, dopo ore di cammino, serve qualcosa di più deciso ma non invadente: Oppale entra in scena con la sua doppia anima.
E in città? Le stesse birre funzionano anche lì. Perché non servono grandi scenari per godere di un buon sorso: basta una pausa sul balcone, una pizza tra amici, un momento in cui rallentare.
Oltre la birra, una visione
32 Via dei Birrai non è solo produzione. È anche ricerca di un’identità italiana nel mondo della birra artigianale. Dal design delle etichette al formato delle bottiglie (spesso da mezzo litro, per condividere o per concedersi un momento tutto per sé), ogni scelta è pensata. Anche l’impegno per l’ambiente: filiera corta, ingredienti locali, processi sostenibili.
Nel 2024, la guida Slow Food alle birre d’Italia ha confermato l’eccellenza del birrificio, premiandolo ancora una volta. Ma i riconoscimenti non cambiano la sostanza: quella di un progetto nato da un’amicizia e cresciuto con coerenza.
Bere bene d’estate, allora, non significa solo rinfrescarsi. Significa anche scegliere con cura, conoscere chi c’è dietro una bottiglia, lasciarsi sorprendere da profumi inaspettati. Perché una birra, se fatta bene, può raccontare una stagione, un territorio, una storia.