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Artigianale, non per forza estrema

Cosa aspettarsi quando l'aggettivo artigianale è accostato alla birra


Nel giovane e tumultuoso contesto birrario italiano la definizione birra artigianale è sempre più sfuggente ed in evoluzione; a causa soprattutto di un'insufficiente cultura generale spesso quest'espressione è poco chiara e mal comunicata, talvolta abusata. Negli anni recenti tra il pubblico neofita, che incantato dagli aromi e dai gusti, si avvicinava alla craft beer, si è erroneamente diffusa l'idea secondo cui questo prodotto è tale solo se ha sapori inconsueti, radicali o esasperati. Si tende molto spesso a cercare il sensazionalismo volendo stupire a tutti i costi: ultra luppolate, super alcoliche, con spezie, erbe aromatiche e officinali, frutta, verdura e cereali di ogni genere, invecchiate, a volte proprio inacidite...

Eurhop si vuole dimostrare. Creare una vetrina in cui trovino spazio realtà e birre diversissime tra loro, tradizione e innovazione, passato e futuro. Troveremo tante moderne ipa, stile che da tempo grazie anche alle abbondanti luppolature spopola negli Stati Uniti come in Italia; avremo classiche lager tedesche della Franconia, a nord della Baviera, la regione tedesca con la più alta densità di produttori; avremo tante fermentazioni spontanee, fino a non molti anni fa considerata strettamente riconducibili al Belgio ma da cui oggi, grazie all'estro dei birrai, sono derivate moltissime varianti: dalle birre aggiunte di frutta a quelle invecchiate in botte. Si può proprio dire che letteralmente «ne berremo di tutti i colori». Il segreto per appassionarsi e conoscere meglio il mondo della birra è senz'altro quella di testare, provare, assaggiare e sentire quante più birre possibili. 

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