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Mixology d’autore a Roma: lo stile inconfondibile del cocktail secondo l’Hotel de Russie

Due bar iconici, lo Stravinskij e l’Aquazzura, raccontano il nuovo bere romano tra eleganza classica e trend agave su una terrazza esclusiva.


Nel circuito della mixology romana, da un paio di stagioni si è imposto all’attenzione del pubblico degli appassionati l’Hotel de Russie, storico albergo della Capitale, che si affaccia su Piazza del Popolo, nonostante l’ingresso principale sia ancora di pertinenza di Via del Babuino. E già i nomi delle strade sono evocativi della Roma dannunziana di fine ottocento, piuttosto che quelli della “Dolce Vita” felliniana. Eppure le due fortunate stagioni, sebbene siano distanti tra loro per anni e quadranti urbani, hanno in comune il piacere, inteso in senso di godimento estetico, anche del mangiare e del bere bene. Lo stesso in effetti che si ritrova oggi nei due cocktail bar interni al de Russie, lo “Stravinskij Bar” e l’ultimo nato, la terrazza “Aquazzurra Bar”, entrambi situati nella corte interna dell’albergo.

Hotel de Russie

Lo Stravinskij è un ampio locale con circa 100 eleganti sedute in ferro battuto e comodi tavoli in stile “old fashioned”, cui fanno ombra ampi ombrelloni. Seduti su morbidi e comodi cuscini di stoffa, gli avventori possono conversare, scegliendo di degustare un “signature drink” della direzione o un grande classico (Negroni, MiTo, Martini cocktail). La lista è varia e cambia ogni sei mesi, cercando di seguire il corso delle stagioni, che nel caso specifico sono l’autunnale-invernale e la primaverile-estiva. I signature, o invenzioni della casa, in genere sono drink che spiegano la “mano” del bar manager, l’impronta che ama dare ai suoi cocktail in base alla storia, alle esperienze, alle capacità di abbinare i liquidi e trovare soluzioni nuove a sapori già sorbiti. Insomma, se è sempre possibile leggere tra le accattivanti morbidezze di un drink l’anima del barman che lo ha miscelato, mixato o scekerato, allora un “signature” più di altri è in grado di restituire l’umanità del suo creatore.

 

Quindi, in queste settimane e per il prossimo futuro lo Stravinskij Bar presenta particolari invenzioni che sarebbero tutte da provare. Ma certamente, tra i più eleganti e rinfrescanti merita una menzione speciale il «The Stravinskij Signature Cocktail», se non altro perché vuole essere un po’ il biglietto da visita o il miscela per eccellenza, composto da vino spumante, una ricetta segreta di frutti di bosco, Fior di zafferano, Olii essenziali di agrumi, Frutto della passione e spezie aromatiche. Quello però che forse più attira per l’essenzialità delle linee compositive è il «Lavender Me», che vede insieme Whisky infuso con miele alla lavanda e bitters. Altro drink da considerare, certo più barocco nella composizione è «Elderflower Sour» con Gin infuso con tè earl grey, succo di limone, sciroppo di sambuco e albume d’uovo. Tra i classici, che comunque godono pur sempre di libera rivisitazione, cito il solo «Stravinskij Special Bloody Mary», la cui composizione è Pomodorini Piccadilly, Skyy Vodka, Lime e un mix di spezie della casa.

Hotel de Russie

Di diversa pasta e fattura è invece il nuovo spazio, novità di quest’anno e situato nella terrazza rialzata dell’hotel, il cui nome è Aquazzura Bar. Di base, seguendo le tendenze degli ultimi anni, vuole essere un “tequila e tacos” bar, presentando liquidi da distillati di agave che sono ormai entrati di peso nelle carte romane e che stanno togliendo vigore a grandi classici come il Gin tonic, per essere duttili, freschi, estivi, aciduli, abbinabili e un po’ scorretti in bocca. Una spigolosità insomma che assume il tratto della riconoscibilità e quindi della famigliarità, più e meglio del Gin tonic. Scelti tra i giovani non solo per moda o per seguire influencer di tendenza, ma perché in fondo dissetano senza gravare in testa, come invece fanno alcuni intramontabili classici. Questo tra l’altro la dice lunga su quanto un locale nell’odierna economia di mercato, debba comunque seguire i gusti del momento.

Hotel de Russie

Quindi drink come «Secret Garden» con Altos Plata, Cocchi Americano, Cointreau, Abshinte e Lime. Oppure «Kiss of Fire» con Don Julio Blanco, Bruxo Mezcal, Tamarindo, Pompelmo, peperoncino, possono certamente avere un buon impatto sul lato della domanda giovanile. Accanto a questi si fanno notare il «Negroni Sfumato» con Montelobos Espadin Mezcal, vermouth rosso, Campari. E ancora il «Roman Aurora» con Casamigos Reposado, Arancia Rossa, Pepe di Timur, champagne. Eppure, qualche perplessità sulla complessiva operazione dell’Aquazzura Bar la lascia il prezzo unico dei signature a base tequila e mezcal, che è di 26 euro e vede in abbinamento alcuni tacos progettati per il nuovo spazio del de Russie dal grande Fulvio Pierangelini. Forse un costo un po’ troppo iper-inflattivo soprattutto per le tasche romane.

 

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