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Ceprano, il coraggio di Caterina: così una giovane agricoltrice ha salvato la tradizione casearia di famiglia

In Ciociaria, la giovane agricoltrice Caterina Maceroni rilancia i formaggi artigianali con latte vivo e metodi antichi, tra innovazione e radici.


Azienda Agricola Maceroni

In un’Italia che corre verso la digitalizzazione e l’IA, c’è chi sceglie di restare agro pastorale. Non in senso metaforico, ma di restare tra i campi, accanto agli animali, dentro una stalla. È il caso di Caterina Maceroni, giovane agricoltrice di Ceprano, in provincia di Frosinone, che ha deciso di continuare l’attività della famiglia senza scorciatoie, senza etichette glamour e senza marketing da influencer rurale. Il suo è un ritorno alla terra autentico, con uno sguardo lucido e contemporaneo su cosa significhi produrre latte e formaggi artigianali in Italia oggi.

Azienda Agricola Maceroni

Il suo luogo del cuore è la Valle Latina, a un’ora abbondante da Roma, dove appunto sorge il comune di Ceprano, testimone di millenni di storia. È qui, tra le sue campagne, che è stato scoperto nel 1994 il cranio di “Argil”, un nostro antenato di circa 800.000 anni fa. Fondata sui resti della colonia romana di Fregellae (328 a.C.), la città rappresentava un nodo strategico della Via Latina, nei pressi del ponte sul fiume Liri. È un luogo dove la memoria del tempo convive ancora oggi con le colline e con i pascoli. In questa cornice agricola, il cui sole è caldo, pallido e assorto nelle giornate estive, vive e lavora Caterina Maceroni, investendo sulle sue circa 60 bovine. Le sue giornate iniziano presto, tra mungiture e cagliate, e finiscono tardi, perché la cura degli animali non ha orari da impiegato. Ma in ogni litro di latte, in ogni vasetto di yogurt, in ogni forma preparata per l’affinamento c’è la forza di una scelta: restare per cambiare.

Azienda Agricola Maceroni

Alla base di tutto c’è il latte. Un ingrediente che per alcuni è una voce sulla lista della spesa, per altri un ingrediente da gustare senza lattosio, ma che per Caterina è un mondo intero. Il suo latte è fornito da animali allevati in azienda e che pascolano liberi tra le colline ciociare. Ogni giorno producono un latte intero, non omogeneizzato né standardizzato, con un gusto che varia a seconda della stagione, dell’alimentazione e dell’erba che cresce nei campi. E quindi, se alle volte è irriconoscibile al palato e sembrerebbe guasto, invece è perché l’erba nuova produce sapori nuovi.

Azienda Agricola Maceroni

Il latte di Caterina non si piega alla logica dell’industria, ma conserva la sua identità, con quella crema che si separa naturalmente e che è il primo indizio che si sta bevendo qualcosa di vero. E da questo ricava formaggi che convincono per semplicità e bontà. Nel piccolo laboratorio aziendale infatti si producono con modalità artigianali e gesti antichi. Il primo sale viene fatto secondo la ricetta della nonna, con pochi ingredienti e nessuna scorciatoia. Lo stracchino, fresco e morbido, ha una punta acidula che nasce da una stagionatura controllata. La ricotta, poi, è un piccolo capolavoro domestico: cotta lentamente sul fuoco, con un goccio di aceto di vino e solo siero fresco.

Azienda Agricola Maceroni

Tutto viene prodotto in piccole quantità, con un'attenzione maniacale alla qualità e una totale assenza di additivi o trattamenti industriali. Qui si lavora con il tempo, non contro di esso. Ed è per questo che la qualità dei suoi prodotti ha varcato i confini comunali, fino ad attirare l’attenzione di Fatamorgana, gelateria romana con punti vendita anche a Los Angeles. Da questa collaborazione è nata una linea di gelati artigianali che hanno per base i latticini di Caterina, sono rigorosamente gluten free e vengono realizzati con ingredienti naturali: ricotta con salsa di fichi, stracchino con albicocca e crumble al limone, yogurt con frutta fresca. Una sinergia che dimostra come le eccellenze locali, piccole, rurali, quasi sperdute, possano in effetti dialogare con la globalizzazione, a patto però che non perdano le proprie radici, né l’autenticità.

Azienda Agricola Maceroni

Caterina Maceroni però non è un’eroina romantica postindustriale di un’Italia sovrana e provinciale. Né un simbolo da etichettare e da citare per gusto. È una professionista che ha scelto la via più difficile ma anche la più coerente con la sua passione, la sua storia personale e familiare. In un settore tra l’altro dove spesso il lavoro femminile è sottovalutato e poco visibile, la sua esperienza rappresenta una testimonianza di innovazione silenziosa e di rispetto per la terra che tanto sarebbe piaciuta a Papa Francesco.

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