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Beviamo meglio!

In Italia si consuma sempre meno vino, in controtendenza rispetto a Nord Europa e Usa


Siamo diventati più saggi, più attenti al cosiddetto benessere, insomma ci vogliamo più bene, oppure il portafoglio piange? È una dovuta riflessione di fronte al calo dei consumi di vino pro capite passati dai 120 litri degli anni 70 ai 42 litri del 2011 (previsioni in discesa per i prossimi anni). È importante rilevare che lo stesso fenomeno tocca pure gli altri due storici produttori di vino, la Francia, passata da 160 litri nel 1965 a 45 litri nel 2010 e quindi la Spagna da 50 a 18 litri attuali. 


In controtendenza sono i paesi «nuovi produttori» come gli Usa, o i paesi «consumatori», soprattutto Nord Europa. Questo porta alla considerazione che il calo nei paesi produttori è da legarsi alla trasformazione da vino-alimento in vino bevanda di piacere, mentre la crescita in quei paesi dove i bianchi e i rossi sono diventati una scoperta è dovuta a una tendenza internazionale. Non è casuale che i nuovi bevitori nord europei, americani, giapponesi, e forse un giorno cinesi, siano comunque molto informati, frequentino corsi di degustazione, organizzino viaggi in Italia e in Francia nei territori vocati alla viticoltura.


, riducendo appunto il numero dei calici. Questi neo bevitori potenziali così non hanno contribuito alla crescita dei litri pro capite, forse lo incrementano solo quando toccano i trenta/quaranta anni. Infine la crisi economica ha inferto un altro duro colpo ai consumi italiani; ma è meglio bere con moderazione vini di maggior qualità di un tempo! 


Sine qua non

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