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Gelati ben fatti

Gelato ad arte per legge


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“Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati ….”. Ora il triciclo con i pozzetti è diventato raro e quando c’è serve solo per matrimoni o comparsate; non arriva più nelle piazze di borghi paesi. D’altrocanto imperversano le gelaterie: crescono nelle città ad un ritmo troppo veloce di fronte al  periodo di crisi attuale. Dal 2004 al 2009 sono cresciute al ritmo dell’ 11%, ma le attuali 36.000 gelaterie in città come Milano hanno toccato solo nell’ultimo anno un aumento del 13-15%. Addirittura sono state aperte una contigua all’altra, come si può notare in zona Brera.  Questo proliferare spesso, è causa di scadimento della qualità, prova sono le proposte che si possono leggere su diversi siti che offrono per poche migliaia di lire (circa 25-30 mila euro) il tutto compreso per mettere in piedi in poco tempo una gelateria in grado di generare buoni affari, senza impianti. Le stime sui consumi di gelato, in realtà sono molto allettanti: circa 2 miliardi di euro nel 2010.


Il grande business ovviamente attira mani voraci: catene o singoli negozi che in realtà sono dei semplici distributori di gelato, prodotto altrove, con le medesime metodologie “industriali” ma con il salvacondotto di definirsi “artigianali” o di mostrare un aspetto cosidetto di gusti “genuini”. Purtroppo non abbiamo mai avuto in Italia una legislazione che difendesse il consumatori di coni dalle truffe commerciali. Negli ultimi tempi però pare che qualcosa si sia mosso: Confartigianato e Cna hanno finalmente partorito un “disciplinare” per i propri confederati che finalmente chiarisse quell’aggettivo “artigianale” usato, forse anche tuttora a sproposito. D’ora in poi sarà un marchio “Artigelato” ( gelato tradizionale garantito) ad offrire alcune certezze (così speriamo…)  soprattutto l’uso di soli additivi naturali (addensanti, aromi etc ). Pure i gelatieri Fipe-Cogel della provincia di Imperia hanno messo a punto un disciplinare che prevede: latte fresco, uova fresche, additivi e coloranti naturali etc. Insomma la grande domanda di gelato e la notevole concorrenza hanno messo in modo disciplinari deontologici seri. 


Lo slogan di marketing “chilometro zero” e “agri composto con gelateria” hanno cominciato a farsi largo: ben vengano ma speriamo non siano semplicemente strumenti di comunicazione così come in passato lo è stato (forse ancora) l’aggettivo artigianale. E dopo queste premesse quali gelaterie segnalare? A Firenze, da Carapina (piazza Oberdan 2/2, via Lambertesca 18 r) per i gusti: crema all’ Artusi,arabica, panettone, crema al limone, primo latte. A Bologna, Stefino (via Galliera 49b), latte, frutta, miele e uova arrivano da produzioni biologiche e perfino lo zucchero di canna, i gusti più intriganti: yucatan (cacao e peperoncino), fondente di pistacchio fondente, limone, fragola, mirtillo. A Moglia (Mantova) gelateria Chantilly (via dell’artigianato 22 c) i gusti da assaggiare: more, limone, crema chantilly, pesca al limone. A  Seregno, da Albero dei gelati (via Santa valeria 93) meticolosa ricerca degli ingredienti: tra i gusti da assaggiare lavanda e monarda, pesca saturnina, melone, fragola e fiori biologici; Eleonora De Stefano a S.Stefano di Briga (Messina) pochi gusti ma tutti da provare: torroncino con mandorle, cannella , pistacchio, nocciola e caffè. Per le granite innanzitutto la gelateria Alfredo a Lingua (S. Maria di Salina, isole Eolie) con l’imbarazzo della scelta: pesca, gelso, caffè, mandorle e fichi. Da non mancare anche al Caffè Sicilia di Noto dei fratelli Assenza, in particolare il gusto di mandorla, granita e gelato. Sine qua non 


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