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Il ritorno dei carretti di strada

I luoghi dello street food sono le nuove mecche del piacere gastronomico


A volte tornano: pane burro e acciuga, polpette, scartosso del pesce fritto, piadina squaquerone e rucola, gnocco o piadina fritta, il 5 e 5, arancini e arancine, pane e panelle, farinata, panzerotti, lampredotto, sfincioni, morzello, focaccia ripiena di verdura o di carni. Sembra che questi “bocconi” stiano vivendo un revival in tutto lo stivale. Larga parte di questi sono cibo di strada (Street food), con una tradizione alle spalle, così come il felafel israeliano, il langos ungherese, il som thailandese, l’hot dog e pure l’hamburger, sebbene questo sia ormai diventato anche un piatto griffato. 


Molti di questi cibi sono nati o nei mercati (soprattutto in Sicilia a Ballarò, alla Vucceria a Palermo e Fera ‘o Luni di Catania ) o nei carretti di strada quasi per “sfamare” il passante. Negli ultimi tempi invece sono divenuti al contempo luoghi di appassionati o per soddisfare il pranzo. Basta fare un giro per Firenze a mezzogiorno: da Nerbone al Mercato di San Lorenzo, dal Trippaio di Gavinana, dall’ Antico Trippaio in piazza dei Cimatori, da Nencioni al Porcellino: tutti con il panino al lampredotto, chi con il cappello di carta da muratore, chi con giacca e cravatta e borsa ventiquattrore. Così succede a Palermo, a Catania con le gustose fritture o pane ca’meusa o a Genova con i frisceu, la farinata e le frittelle di pesce.


Luoghi di cibo di strada ma, dove le tradizioni sono stati “cancellate”, spesso dal cibo spazzatura meridiano, ecco allora il boom delle paninoteche che fioriscono nelle città metropolitane. E il panino è attualmente uno dei protagonisti del mezzogiorno di fame: tra l’altro ci sono anche posti dove pane e companatico è frutto di ricerca: Ino a Firenze, la Baghetteria a Roma, Masè a Trieste (prosciutto cotto caldo), Galliano e Gattullo a Milano etc 


Sine qua non


(L'immagine è tratta da cucinalia.net)



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