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Pausa pranzo, dove mi porti?

Pausa pranzo. 4 indirizzi per salvarsi dalle insidie della pausa pranzo a Milano



Macinare chilometri senza una meta nella torrida estate milanese. Maledire la pigrizia che mi ha impedito di cucinare qualcosa per l’indomani, o il raptus da aspirapolvere che della cena non ha risparmiato neanche le briciole.

Così, mentre i colleghi hanno tutti la schiscia, mi ritrovo sola con me stessa, in un peregrinare senza fine, tra i pericoli che la Milano della pausa pranzo ha in serbo ad ogni angolo. La voglia di sedermi a un tavolo, lasciandomi distrarre dall’iPhone mentre il menù a 10 euro non ha veramente nulla da dire, è poca, quella di svuotare il portafoglio in un’oretta risicata, ancora meno.

Ci vuole qualcosa di veloce, economicamente non impegnativo, da mangiare al volo per strada o al parco. Semplice? Per nulla.

Ci sono tuttavia quei tre, quattro assi nella manica da sfoderare nei momenti in cui l’imbarazzo della scelta diventa veramente troppo imbarazzante, fari nella notte del mezzogiorno, a pochi passi dall’ufficio... 

LA RAVIOLERIA_Via Paolo Sarpi, 27

Se è vero che i cinesi non sono tutti uguali, i ristoranti cinesi spesso lo sono, e propongono un’offerta scongelata e servita da far rabbrividire. Facendo slalom tra alcuni di questi in via Paolo Sarpi, si giunge alla Ravioleria.

Una vetrina per gastro-voyeur che rende trasparente tutto ciò che accade in cucina, dove si servono soprattutto ravioli preparati al momento (o poco prima), da mangiare en passant. Tre tipologie disponibili, da condire con salsa di soia o piccante: manzo e porro, maiale e verza o vegetariani, che consiglio di provare tutti una prima volta, per poi eleggere il proprio favorito.

Buone anche le crêpes, farcite di carne o verdure e una soffice frittella. La materia prima è di qualità; le farine sono del Mulino Sobrino, le carni provengono dall’adiacente Macelleria Sirtori, e alcuni prodotti dalle Cascine Orsine. Il plus, ve lo dà essere ad un passo dalle cantine Isola: buongustai, un calice di vermentino Printzipale, non ve lo toglie nessuno. 

FRUIT OF THE ROBY_Piazza del Carmine

L’insalata di Willy mi ha salvato durante numerose pause pranzo. In questo piccolo chiosco in piazza del Carmine si possono trovare insalate assemblate all'istante, macedonie, centrifugati e frullati per tutti i gusti. Per ingannare l’attesa data dalla lunga fila, Willy, il ragazzo che sta dietro il banco, fa assaggiare un bicchierino di frullato del giorno, che è sempre gradito.

La mia scelta ricade il più delle volte sull'insalata Ponte Vetero con songino, pomodorini, sedano, grana a scaglie, noci e bresaola, a cui faccio aggiungere l’avocado. frutta e verdura provengono dal Frutteto Misino, il negozio ubicato poco più in là in via Ponte Vetero, perciò si va sul sicuro.

BISTROT BAILAMME_Foro Buonaparte, Via Arco

Non lontano da Willy c'è Bailamme, un chiosco che, questa volta, vende panini. Considerando che esiste da quasi vent'anni, nonostante il traffico e la baraonda da cui trae il nome, è sorprendente come ancora impieghino quell'attenzione chirurgica nel preparare i panini.

Dario dispone gli ingredienti su un piatto e li condisce, mentre mette a scaldare le fette di pane - un minuto di silenzio per tutti i panini che vengono messi sulla piastra quando sono già farciti, tra il crudo che diventa cotto e il formaggio che non fonde. Decisamente preferibile alle paninoteche-catena dove la fretta è cattiva consigliera. 

ANTICA PIZZA FRITTA DI ZIA ESTERINA_Via Agnello, 19

Non è la meta più indicata viste le temperature, ma merita una menzione. Da qualche mese anche a Milano è arrivata la pizza fritta di Zia Esterina di Sorbillo e ha fatto molto parlare di sé. Il locale è pittoresco: si urlano i numeri come in salumeria e i pizzaioli s’improvvisano in sceneggiate napoletane, mentre vengono immortalati sullo schermo esterno in tempo reale, creando un effetto alla Grande Fratello.

La pizza viene preparata secondo poche varianti (completa, con prosciutto cotto, salame o cicoli campani; solo pomodoro San Marzano, ricotta e pepe; e la “Segreta”) con un impasto di farina biologica, acqua, sale e lievito madre fresco. Da prendere e mangiare seduti sotto la statua di Alessandro Manzoni, godendo del colpo d’occhio su Piazza San Fedele.

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