Si dice Toscano, ma si mangia calabrese
A Pizzo Calabro gli indimenticabili piatti di Caterina Malerba emozionano e invitano a replicare l'esperienza
Caterina Malerba è una di quelle cuoche che tra i fornelli si divertono e lo si nota già dall’estetica dei piatti. Vivaci, colorati, belli invogliano a un assaggio immediato e fanno già intuire una cucina dalla forte personalità, che è riflessiva senza perdere il brio; che sa essere puntuale e precisa, ma non sacrifica la creatività. Indizi che riflettono perfettamente il carattere di chi questi piatti li prepara. Decisa e ironica, appassionata e audace, la chef della Locanda Toscano di Pizzo Calabro mette continuamente alla prova il suo talento, preferendo alle certezze, la sperimentazione. Le combinazioni sono semplici, originali ed equlibrate, realizzate con ingredienti provenienti da micro produttori locali, accuratamente selezionati. I risultati si sentono al palato.
Tra gli antipasti, il mini fishburger di tonno con crema di pistacchio e cipolla rossa di Tropea glassata emoziona; leggera e gustosa la seppia “del nostro mare” stesa su una chenelle di patate silane, teneroni di zucchine saltati in padella, crema di caciocavallo podolico e polvere di caffè. Tra i primi sarà difficile dimenticare gli spaghetti alla chitarra condite con nero di seppia adagiate su un letto di tartare di gamberi e sormontate da una tagliatella del pesce crudo; gli spaghetti di Gragnano del Pastificio Gentile con alici, pane aromatizzato croccante, crema al finocchietto selvatico e profumo al bergamotto meritano il bis. L’estro della chef raggiunge l’apice nel secondo che ho amato di più: un barattolo di vetro contenente una sorta di bouillabaisse a base di tranci di tonno, vongole e cozze, conditi con conserve di pomodoro (rigorosamente fatte in casa, come da migliore tradizione calabrese), erbe aromatiche, 5 tipi di pepi diversi, cucinati a bagnomaria e serviti con dei crostini di pane, una vera esplosione di gusto che crea dipendenza.
Ad accompagnare le portate due bianchi del territorio: il Cirò bianco dell’azienda cirotana Cote de Franze e il Molarella della Pizzuta del Principe di Strongoli, entrambi appartenenti a una neoviticoltura calabra che continua a fare passi da gigante. Il dessert, delizioso, è un omaggio alla cittadina: tartufini gelato con fonduta di cioccolato e pistacchio tostato, perfetto con il Greco di Bianco passito. La pasticceria è affidata ad Antonino Toscano, titolare della Locanda e marito di Caterina che, oltre a coccolare i clienti in sala, si occupa dei dolci della cucina. Ha ereditato la sua arte dal papà Salvatore che, dopo anni di esperienza nella pasticceria Irrera di Messina, decide di aprire un’attività autonoma a Pizzo Calabro. E’ il 1968 e la Locanda Toscano diventa il punto di riferimento per l’alta pasticceria della costa tirrenica calabrese.
Dagli anni Ottanta Tonino e Caterina decidono di affiancare all’offerta dolce anche una salata: è il principio del ristorante. Da allora la Locanda non ha mai smesso di evolversi e di diversificare la sua proposta che è sempre più ricercata. Oltre alla strepitosa proposta culinaria, anche l’arredamento da tavernetta e l’ubicazione nello stesso spiazzale del castello di Murat, con affaccio a strapiombo sul mare, contribuiscono a voler ripetere al più presto quest’esperienza. Il giorno seguente vi ritroverete a pensare alle portate e a cercare in agenda un altro momento libero per tornarci.
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Locanda Toscano
Via Benedetto Musolino 14/16,
Pizzo Calabro (VV)
T. 0963.531089