La Regina della Sila: Patata della Sila IGP – Buona. Protetta. Unica.
Tra paesaggi meravigliosi e eccellenze IGP, scopri la magia della Sila e il successo della Patata della Sila, simbolo di qualità e tradizione.
Per descrivere la Sila bisogna viverla. Non è solo un modo di dire, è una verità che ho toccato con mano. Come recita un antico detto calabrese: “A Sila va vissuta”. E io l’ho fatto. Ho camminato tra i suoi boschi, respirato la sua aria pura, osservato le sue cime imponenti e mi sono lasciato conquistare dalla sua anima autentica. Solo così ho potuto comprendere la magia di questo territorio, un polmone verde di oltre 150.000 ettari che abbraccia tre province – Cosenza, Crotone e Catanzaro – e che si divide in tre anime: Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola.
Tra montagne, vallate e boschi secolari, la Sila custodisce tre laghi incantati – Cecita, Arvo e Ampollino – dominati dalla cima più alta, Botte Donato, che svetta a 1.928 metri. E nel cuore di questo paradiso naturale si trova il Parco Nazionale della Sila, scrigno di Biodiversità e storia. Qui ho potuto ammirare i Giganti di Fallistro, castagni ultracentenari con tronchi da 11 metri di perimetro, e i maestosi Pini Larici alti oltre 40 metri: monumenti naturali che raccontano la grandezza di questo territorio.
La grande scommessa del PPAS
Se il lupo è il re indiscusso della Sila, simbolo fiero del Parco nazionale, la Patata della Sila IGP è senza dubbio la Regina. E lo dico con orgoglio, perché ho visto con i miei occhi quanto questo prodotto sia legato visceralmente alla sua terra. Pensate che già nel 1955 venne fondato il Centro Silano di Moltiplicazione e Selezione delle Patate da Seme: una storia lunga e profonda, che ha portato nel 2012 al riconoscimento del marchio Comunitario IGP.
Ma non finisce qui: oltre al marchio IGP, la nostra Patata della Sila è anche un "Prodotto di Montagna", riconosciuto e iscritto presso il MIPAAF. Un titolo meritato per un prodotto che ha saputo resistere, crescere e diventare un simbolo di eccellenza calabrese.
Ho avuto il privilegio di conoscere da vicino il lavoro del PPAS – Consorzio Produttori Patate Associati, nato nel 2003. Un progetto visionario che ha trasformato una realtà agricola in un modello di successo nazionale. Oggi il PPAS conta 41 associati, tra aziende agricole e cooperative, per un totale di oltre 100 produttori, distribuiti su circa 800 ettari di terreno, da cui nascono più di 300.000 quintali di patate all’anno. Una vera e propria filiera organizzata e controllata, che ha fatto della qualità e della tracciabilità i suoi pilastri.
La mia esperienza nella terra della Regina
Visitare la sede del PPAS è stata per me un’esperienza illuminante. Si percepisce subito la passione che muove ogni scelta. Al centro di tutto c’è la volontà di promuovere il territorio attraverso una comunicazione efficace, ben strutturata, e curata da professionisti. Campagne nazionali, spot in TV e radio, presenza costante sulla stampa: la Patata della Sila IGP oggi è conosciuta e apprezzata in tutta Italia.
Merito anche di un team solido e competente. A guidare la parte commerciale, con energia e visione, c’è il Dott. Albino Carli, affiancato dal Presidente del PPAS Fiore Gualtieri. E non mancano le voci tecniche autorevoli, come il Dott. Michele Santaniello, Direttore Tecnico, e il Dott. Pietro Tarasi, Presidente del Consorzio di Tutela, sempre presenti nei più importanti appuntamenti fieristici, da MACFRUT di Rimini al FruitLogistica di Berlino.
Quello che ho visto è un lavoro di squadra fatto di competenze, passione e lungimiranza, che rende questa realtà agricola qualcosa di molto più grande: un modello.
Uno sguardo al futuro
Ma la vera forza del PPAS è la capacità di guardare avanti. E quando si parla di innovazione, qui non è uno slogan: è realtà. Ne ha parlato il Dott. Michele Santaniello, che ha raccontato con entusiasmo del progetto legato alla riproduzione del seme. “Grazie al supporto del PSR, si sta lavorando alla produzione autonoma di tubero seme sano.Una rivoluzione che nasce dalla collaborazione con l’Università di Firenze (Dipartimento DAGRI), Edo Radici Felicie ARSAC, con l’obiettivo di creare una filiera interamente italiana. Alla base ci sono tecnologie all’avanguardia, come la micropropagazione in vitro e la coltivazione aeroponica tramite il sistema innovativo Airfruit, che permette di coltivare in ambienti controllati e senza fitofarmaci di sintesi.”
Il futuro è qui, tra le mani di chi ogni giorno coltiva, protegge e promuove la Regina della Sila. E io sono orgoglioso di aver vissuto questa realtà. Perché la Patata della Sila IGP non è solo buona. È protetta, è unica. E racconta una storia che vale la pena di vivere. Come la Sila stessa.
Da scoprire la Patata della Sila