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Cirò, dove il vino racconta la storia: viaggio tra Gaglioppo, Greco Bianco e anima calabrese

Tra vigne vista mare e vini millenari, Cirò si svela come destinazione autentica per enoturisti, wine lovers e appassionati di cultura del vino.



Se è vero che ogni vino racconta una storia, allora quello di Cirò è un poema epico. Non solo per la sua qualità, oggi riconosciuta da critici e appassionati, ma perché qui, in questa fetta di Calabria ionica, il vino è cultura, radice e identità.

Da calabrese DOC e curioso instancabile di territori e calici, vi porto con me in un viaggio che profuma di mare, vento e memoria: Cirò, tra vigne affacciate sullo Ionio, colline baciate dal sole e cantine che parlano con orgoglio del futuro partendo da millenni di storia.

Cirò


Gaglioppo: un rosso che viene da lontano

C’è un vitigno che più di ogni altro incarna lo spirito di questa terra: il Gaglioppo. Un nome che suona antico, forte, proprio come il vino che ne nasce. Il Gaglioppo è la spina dorsale del Cirò DOC Rosso, un rosso caldo, sapido, spesso austero, ma capace di sfumature eleganti e sorprendenti con l’affinamento.

La leggenda lo lega addirittura ai tempi delle Olimpiadi antiche, quando veniva offerto agli atleti vittoriosi. È il vino dei guerrieri e dei filosofi, di Milone e Pitagora, dei pastori e dei contadini: in ogni sorso si sente il passo lento del tempo, ma anche la tensione verso una viticoltura moderna, pulita, rispettosa dell’ambiente.


Greco Bianco: il bianco che non ti aspetti

Se il Gaglioppo è il re, il Greco Bianco è la regina silenziosa e raffinata di queste colline. È uno dei vitigni più antichi d’Italia, arrivato con i coloni greci già nell’VIII secolo a.C. Qui ha trovato una seconda patria, e ancora oggi dà vita a vini bianchi sorprendenti: secchi, minerali, con note di agrumi, fiori e mandorla.

Ma è nella versione passita che il Greco Bianco diventa poesia: il Greco di Bianco DOC, vino dorato, vellutato, con profumi di miele, datteri e scorza d’arancia. Un piccolo tesoro da meditazione, che racconta il lato più intimo e luminoso della Calabria.

Cirò Senatore Vini


Cirò, destinazione enoturistica da scoprire

Negli ultimi anni, Cirò ha iniziato a farsi largo tra le mete emergenti dell’enoturismo italiano. E credetemi: se amate il vino autentico e i territori veri, qui troverete molto di più di una semplice degustazione.

Cantine a conduzione familiare, ospitalità sincera, percorsi tra i vigneti vista mare, agriturismi nascosti tra gli ulivi, piccoli borghi da esplorare a piedi o in bici: Cirò ha tutte le carte in regola per diventare una perla del turismo del vino. E a differenza di altri distretti più blasonati, qui c’è ancora quella genuinità che ti fa sentire ospite, non cliente.


Un vino che parla al mondo – e un evento che lo racconta

In questo contesto si inserisce anche il Merano WineFestival Calabria – Essenza del Sud, in programma dal 7 al 9 giugno 2025 proprio a Cirò. Non è solo una vetrina del vino calabrese, ma un momento di riconoscimento per una terra che sta tornando a occupare con dignità il suo posto nella geografia enologica italiana.

Più di 100 eccellenze del vino e del cibo racconteranno la Calabria migliore: quella che non si vergogna delle sue radici contadine, anzi le esalta. Tra degustazioni, incontri con i produttori, masterclass e momenti culturali, il festival rappresenta un ponte tra tradizione e innovazione, tra il Sud che fu e quello che vuole essere.

Per noi wine lovers è anche l’occasione perfetta per conoscere da vicino le cantine, incontrare i vignaioli, esplorare il territorio, scoprire piccole grandi storie dietro ogni etichetta.

Cirò


Conclusione: il futuro ha radici antiche

Cirò è un luogo dove il vino non è una moda, ma un’identità. Dove ogni bottiglia racchiude paesaggi, sacrifici, memoria. E ora anche futuro.
Se volete vivere un’esperienza autentica, tra vino, cultura e accoglienza, venite a Cirò. Portate con voi curiosità e rispetto, e tornerete a casa con molto più di una buona bottiglia.

Cin cin dalla Calabria

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