Il sogno di Julia e Karoline Walch: nasce la cantina Moncalisse
Sul Monte Calisio il Trentodoc si tinge di femminile: Julia e Karoline Walch creano Moncalisse, bollicine d’altura tra storia e visione.
Ci sono storie che nascono dal silenzio della montagna e si riempiono di luce, vento e sogni che diventano vino.
Moncalisse, la nuova cantina di Julia e Karoline Walch, è una di queste.
Sulle pendici del Monte Calisio, a seicento metri d’altitudine, due sorelle cresciute tra le vigne dell’Alto Adige hanno scelto di dare forma al loro sogno: un progetto indipendente, dedicato esclusivamente al Trentodoc e alla magia delle bollicine di montagna.
Non un’estensione dell’azienda di famiglia, Elena Walch, ma un nuovo racconto di territorio e visione, nato dal desiderio di dialogare con la terra in modo personale, libero e contemporaneo.

«Quando nel 2016 abbiamo visto il terreno, è stato amore a prima vista» raccontano Julia e Karoline.
E in effetti è facile immaginarlo: dodici ettari di vigneti sospesi tra cielo e roccia, esposti al sole ma rinfrescati dalle correnti del Lago di Caldonazzo. Un luogo dove il microclima, le forti escursioni termiche e la varietà geologica creano le condizioni ideali per spumanti Metodo Classico di grande eleganza e longevità.
Ma Moncalisse non è solo un progetto agricolo. È anche una storia di cultura e memoria: nei vigneti sono presenti le antiche Coppelle, incisioni rupestri dell’età del Bronzo e del Ferro legate a riti sacri.
«Ci hanno profondamente colpite» raccontano. «Questi segni ci ricordano che questa terra era considerata speciale già millenni fa. Con Moncalisse vogliamo continuare quel dialogo tra tempo e terra, reinterpretandolo in chiave contemporanea».

L’approccio produttivo è essenziale e rispettoso. Nei vigneti di Chardonnay e Pinot Nero, coltivati in equilibrio con la biodiversità, spicca una “parcella nobile” di vecchie viti allevate a pergola, autentico cuore della proprietà.
Alla guida tecnica c’è Stefano Bolognani, che firma i primi due vini con precisione e carattere. Al suo fianco, come consulente, Odilon de Varine dalla champagne, che ha contribuito a definire la filosofia produttiva.

Il debutto è affidato a due etichette:
– Montis Arcentarie Blanc de Blancs Extra Brut Riserva 2017, nato da una parcella di vecchie viti di Chardonnay e affinato 80 mesi sui lieviti;
– Millesimato Extra Brut Riserva 2019, più giovane e minerale, con 56 mesi di affinamento.
Due interpretazioni che riflettono la forza e la grazia della montagna trentina.
Il futuro di Moncalisse prende forma anche nell’architettura.
Nel cuore del vigneto, la nuova cantina interrata – firmata dall’architetto David Stuflesser insieme a Nadia Moroder – aprirà nella primavera 2026.
Curve armoniose, volumi sotterranei, materiali naturali e luce che entra con discrezione: un’architettura che non domina il paesaggio, ma lo abbraccia.
Accanto alla cantina nasceranno un bistrot e un’enoteca, pensati per accogliere viaggiatori e wine lover, in uno spazio dove ospitalità e identità si fondono.

Il logo, ispirato alla pianta circolare della cantina, racchiude in sé la lettera M di Moncalisse e l’intreccio simbolico delle due sorelle: un segno che racconta unità, radici e futuro.
Per chi, come me, ama le storie di vino e di territorio, Moncalisse è un inno al coraggio e alla visione.
Una nuova voce femminile nel mondo del Metodo Classico che celebra la montagna, il tempo e la precisione.
E ci ricorda che, a volte, le grandi rivoluzioni nascono da un sogno condiviso — e da un grappolo d’uva accarezzato dal vento.