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Datteri: proprietà, storia e curiosità sull'oro del deserto

Datteri: dall'origine del nome alla loro storia, dalle proprietà nutrizionali alle principali curiosità sull'oro del deserto che non può mancare nella cucina araba



"Quando verrà la fine del mondo, chi avrà in mano un germoglio di palma da dattero, dovrà piantarlo così da assicurare continuità alla vita". (Profeta Maometto).

Nel mio ultimo e recente viaggio in Oman, terra schiacciata fra montagne rocciose e mare aperto, ho avuto la fortuna di (ri)scoprire un frutto ricco di storia e dal dolcissimo sapore inebriante: il dattero.

Nei paesi del Medio Oriente il dattero è simbolo di vita, prosperità, fertilità, salute, e viene consumato spesso con gli amici in segno di benvenuto: in una casa araba non mancano mai datteri freschi sulla porta, magari accompagnati da un caffè amarissimo o da una salsa dolce al sesamo.
Dattero: proprietà, storia e curiosità sull'oro del deserto

Da dove deriva il nome dattero?

Il nome proviene dal greco "daktilos" proprio per la sua forma che ricorda un dito. Tipico dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente, ma con piantagioni fino in Pakistan e India, il frutto della Phoenix Dactylifera è una prelibatezza di cui noi occidentali sappiamo poco, ma che dovremmo imparare ad apprezzare per le sue infinite proprietà.

Il dattero cresce nel deserto da piante che possono raggiungere i 300 anni di età e che resistono a condizioni atmosferiche avverse. Anche per questo, i Romani, che lo avevano conosciuto grazie ai Cartaginesi, lo assunsero come significato di longevità ed eternità, e poi simbolo di vittoria e di onore (la palma, anche se appesantita dai suoi frutti, non si piega: anzi cerca sempre di lanciarsi verso il cielo).

Gli Egizi lo offrivano agli dèi e il suo olio veniva barattato con l’oro: da qui l’espressione “dattero oro del deserto”. Testimonianze della sua vitale importanza nel mondo arabo se ne trovano ancor oggi negli antichi palazzi e nei castelli del deserto, dove si distingue sempre per occupare il luogo migliore e sicuro, la stanza, o meglio il forziere, dei datteri.
Datteri: proprietà, storia e curiosità

Un vero toccasana

I popoli antichi ne apprezzavano le salutari qualità: ricco di sali minerali, antiossidante in grado di promuovere la salute del cervello e di ridurre il rischio di malattie neurodegenerative.

Ideale per la cura della pelle (contiene flavonoidi, la cui funzione principale è contrastare l’azione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cutaneo); di grande supporto per l’apparato cardiovascolare in quanto povero di sodio e ricco di fosforo e potassio; carico di vitamina B e di fruttosio e non da ultimo potente afrodisiaco.

Inoltre il dattero facilita il corretto metabolismo e l’eliminazione dei grassi, mantiene sotto controllo il livello di colesterolo nel sangue, è un frutto ideale per gli sportivi in quanto previene crampi muscolari e abbassamenti di pressione. Praticamente un toccasana!
I datteri in un mercato locale

Un frutto afrodisiaco, molto diffuso nella cucina araba

Il frutto cresce in grappoli pesanti sospesi sotto le foglie della palma da dattero ed è composto da una parte esterna carnosa, succosa e morbida, circondata da un guscio duro con al suo interno un seme; è ovale e a forma cilindrica di 3-7 cm di lunghezza e 2-3 cm di diametro, e quando maturo il suo colore è rosso acceso.

L’Egitto è il primo paese esportatore di questo alimento con 1,4 milioni di tonnellate su una produzione mondiale di circa 5 milioni (seguono Iran e Arabia Saudita).

Ne esistono molte varietà (non facilmente reperibili in Italia) ma il dattero Medjoul, prodotto principalmente nella Valle del Giordano (Israele), è considerato il più prezioso e famoso al mondo. Seguono il Deglet Nour prodotto nelle oasi dell’Algeria, il Kathari della Libia, e poi varietà minori: Ameri, Deri, Zahidi, Halawi.

Gli arabi da sempre lo immergono, come dolcificante, nel tè nero bollente o nel caffè, ma i datteri vengono anche essiccati per ottenere una farina che, mischiata a quella d'orzo, serve a preparare il pane di datteri. In Sri Lanka e in India dalla fermentazione dei frutti, lasciati macerare in acqua, si ottiene il vino di datteri "arrak", una specie di acquavite. E ancora, dal tronco della palma, le popolazioni arabe ricavano un liquido lattiginoso dal gusto molto dolce.

Questo frutto è talmente importante da essere onnipresente nella vita dei paesi arabi: addirittura poco dopo la nascita e preferibilmente prima della prima poppata, viene strofinato sul palato del neonato un pezzetto di dattero ammorbidito. Questo rituale, che prende il nome di Tahaneek, di solito è compito del genitore del neonato o di un membro di rilievo della famiglia, e segue un’antica tradizione musulmana che si fa risalire al Profeta Maometto.

Tutte le civiltà che lo hanno conosciuto e apprezzato hanno convenuto su una cosa: è un potente afrodisiaco naturale. Ecco allora la ricetta perfetta: immergete per una notte una manciata di datteri nel latte di capra. Al mattino frullate tutto con miele e polvere di cardamomo: la miscela è a dir poco esplosiva! Buon divertimento!

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