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Spùn, il tiramisù milanese da passeggio

Tra due giorni è la giornata mondiale del tiramisù, dolce al cucchiaio vanto della cultura gastronomica italiana. Lo omaggiamo con la storia di Spùn, l’innovativa realtà milanese che lo propone da passeggio.



Il 21 marzo è la giornata mondiale del tiramisù, un dolce al cucchiaio tanto identitario italiano, quanto semplice da realizzare. Mascarpone, uova, savoiardi e caffè sono i quattro ingredienti che servono per preparare la versione originale, quella classica, a cui nel tempo si sono aggiunte delle varianti.

Le origini sono incerte e contese principalmente tra due regioni della penisola: il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. L’autore, regista e gastronomo Giuseppe Maffioli, nella sua rivista, scrive che il tiramesù sarebbe nato nel ristorante Alle Beccherie di Treviso come versione arricchita dello “sbatudin”, uno zabaione ante litteram a base di tuorlo d’uovo e zucchero, tipico della cultura contadina. secondo altre fonti le origini del tiramisù classico risalgono agli anni Cinquanta, all’albergo ristorante Roma di Tolmezzo, mentre il semifreddo viene realizzato per la prima volta dallo chef Mario Cosolo al ristorante ll Vetturino di Pieris, in provincia di Gorizia.

Per celebrare la giornata mondiale del tiramisù siamo andati a Milano per raccontarvi la storia di una start-up dedicata al dolce nella versione da passeggio.

LA STORIA DI SPÙN

Si scrive Spùn, si legge tiramisù da passeggio. Il nome è intuibile, deriva da spoon, cucchiaio in inglese, ma la doppia o è traslata nella ù di tiramisù, la stessa che compare anche nel logo del brand. “Cucchiaio perché volevamo focalizzare l’attenzione sui dolci al cucchiaio e lasciare flessibilità per il futuro: magari la produzione potrebbe ampliarsi e inglobare altri dolci al cucchiaio, chissà”, ci racconta Andrea Bonacina, uno dei soci di questo brand milanesissimo, nato nel 2022 dalla promessa di sei amici universitari.Spun

Andrea (insieme allo zio Pieraldo), Paolo, Antonia, Antonio, Vincenzo e Alessandro, quando erano studenti, si erano dati un obiettivo comune per il futuro: avrebbero viaggiato, conosciuto, imparato, ma poi sarebbero tornati per realizzare insieme, grazie alle esperienze maturate individualmente, qualcosa di bello. Così è stato: a distanza di anni, hanno unito le loro competenze e condiviso un progetto con protagonista un dolce identitario italiano buono, facilmente replicabile e di respiro internazionale.

“Siamo sei amici che hanno fatto l’università insieme. Poi ognuno di noi ha intrapreso la sua carriera: chi il commercialista, chi il direttore di una catena di ristoranti, chi il consulente fiscale, chi l’architetto, chi il direttore commerciale di una squadra di calcio, ma con la promessa di ritrovarsi nel futuro e fare qualcosa insieme. Ci abbiamo provato, mettendoci in gioco, trasformandoci, adattando le nostre rispettive vite ed eccoci qui alla nostra seconda apertura”, sottolinea Andrea, mentre mostra orgoglioso il nuovo negozio pop-up aperto da pochissimo in via Formentini, a Brera, il primo è in via Hugo, dietro al Duomo.

E aggiunge: “la maggior parte di noi continua ancora a fare il proprio lavoro, ma ci troviamo tutti i giorni per fare il resoconto dell’attività che sta prendendo sempre più spazio nelle nostre vite. Dentro la società ognuno ha il suo ruolo: Antonia e Paolo si occupano della produzione e del personale, Antonio del layout dei locali, Vincenzo della comunicazione e Alessandro dell’amministrazione. Io sono il coordinatore di questi ruoli che hanno come unico obiettivo quello di portare in alto lo sviluppo commerciale del nostro brand. Il vantaggio di Spùn è che siamo amici da decenni, non solo soci”.

UN DOLCE AL CUCCHIAIO DI QUALITÀ, PLASTIC FREE E INCLUSIVO

Il tiramisù di Spùn viene realizzato con la ricetta di un pastry chef ed è prodotto con le migliori materie prime. Prodotti semplici tutti acquistati da fornitori italiani che ne assicurano la qualità quotidianamente. È un tiramisù fatto secondo tutti i crismi della tradizione, ma pensato per essere il più inclusivo possibile.

Il mascarpone è senza lattosio e i savoiardi sono gluten free. Quindi digeribile da tutti in quasi ogni variante: oltre al classico, esistono le versioni al pistacchio, alla nocciola, al caramello salato, alla fragola, al burro di arachidi e alla nutella. La sfida di Spùn, riassunta bene dal pay-off “ora ci credi?”, è proprio questa: rendere accessibile a tutti un tiramisù normale. A rendere questo tiramisù riconoscibile, oltre alla qualità, è sicuramente il packaging studiato per essere elegante, pratico, maneggevole e emblematico.Spun_Tiramisù

“Abbiamo investito molto nella comunicazione”, ci confida Andrea: “Volevamo un packaging iconico ed ecologico, lo abbiamo realizzato. All’inizio eravamo preoccupati perché, essendo plastic free, la scatola di carta non era trasparente e non si vedeva il prodotto. Poi, invece, abbiamo capito che in realtà questa scatola brandizzata era la nostra arma vincente. Chi compra il tiramisù di Spùn per la prima volta, rimane affascinata dal packaging: lo fotografa e lo posta subito sui social. Piace molto”.

A occuparsi della produzione che, trattandosi di fresco ed essendo molto alta la richiesta, avviene tutti i giorni no stop, dalle 8 alle 23, sono i quattro pasticceri che lavorano nel laboratorio centrale del Duomo. Da lì avviene la fornitura per il negozio di Brera, per la dark kitchen con cui Spùn collabora per il delivery e per la cargo-bike che presidia le vie di Milano, i catering, gli eventi e le feste.

NON SOLO TIRAMISÙ E NON SOLO A MILANO

Non solo tiramisù, Spùn produce anche diverse referenze di creme spalmabili, da 40 g e da 2050 g: proteica alle arachidi (con 96% di arachidi), arachidi normale, pistacchi, nocciola, dark (più intensa, con il 75% di nocciole). A Natale viene realizzato il panettone classico venduto insieme a una sac-à-poche di crema al tiramisù, per Pasqua uova di cioccolato.

L’estate apre le danze al gelato: quest’anno faranno il loro esordio il semifreddo al tiramisù e il gelato a stecco al gusto tiramisù che sarà glassato live, davanti al cliente in modo da renderlo co-partecipe dell’esperienza produttiva. “Noi crediamo molto nella produzione espressa, ci piace ultimare il prodotto davanti al cliente in modo da fargli vedere dal vivo come lo facciamo”, spiega Andrea.

Progetti per il futuro? Aprire un terzo punto vendita a Milano e poi, a lungo termine, arrivare in altre città italiane come Firenze, Bologna, Venezia, Torino e Napoli. Il sogno estero è New York, ma per il momento i ragazzi, nonostante le continue richieste giornaliere che arrivano da clienti degli Emirati Arabi, preferiscono stare con i piedi per terra e concentrarsi su Milano e Italia.

Il racconto di Andrea finisce, io mi ritrovo tra le mani la scatola di Spùn: cado subito nella tentazione e la fotografo prima ancora di mangiarla. Bellissima eh, ma devo dire che il tiramisù al palato è ancora meglio. E poi vuoi mettere il piacere di consumarlo mentre passeggi per le vie di Brera? Bella idea! Bravo Spùn che ci ha pensato!

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