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L'eredità del Griso

Oggi lo storico Griso ha una nuova gestione affidata alla coppia Franco e Luca


In uno status quo della ristorazione che mi ricorda quel passo  filosofico di: “la notte in cui tutte le vacche sono nere” può anche capitare di pensare “finalmente una proposta originale”. Così è, se mi pare,  a “l’altro Griso” (Strada Provinciale 51, Malgrate). Giustamente non è più il “ Griso”,  locale che negli Settanta-Ottanta con la regia della famiglia Gobbi e dello chef Claudio Prandi, è stato uno dei posti più importanti della ristorazione lombarda.

Oggi questo locale che si affaccia sul lago di Lecco ha una gestione entusiastica di una coppia (Franco e Luca) che da sempre, a cominciare dal loro catering Piaceri d’Italia,  fanno i missionari, non alla ricerca della fede, ma dei giacimenti gastronomici  by feet e non via telefono, come succede spesso di riscontrare. Non c’è, nonostante diversi primi piatti, l’ormai onnipresente pasta di Gragnano,  ma di un piccolo pastificio pugliese, Stefanelli. L’agnello è sambucano, il taleggio di un piccolo caseificio di Introbio, il burro di un’azienda agricola dei dintorni di Lecco (servito montato con le acciughe di Sciacca come “santino”).

Nell’ “altro Griso” hanno portato questa cultura, ma non facendo accostamenti scontati, bensì offrendo una carta dove ci si può davvero sbizzarrire, coadiuvati dallo chef Denis Ambruoso. La carta è ampia, direi fatta con fantasia per le diverse tipologie di cliente, davvero intrigante è la parte titolata “il viaggio”: una formula che individua ogni mese quattro giacimenti che poi diventano ingredienti in  piatti  elaborati dallo  chef. In marzo il pecorino di fossa di Sogliano viene utilizzato con le sagne, i fagioli e le cozze; il coniglio grigio di Carmagnola preparato con cipolline borretane, uvetta e polentina; la stracciatella cucinata con lasagnette di pasta fresca con ragout di lepre.

Le proposte dello chef sono altrettanto sfiziose, mantenendo il giacimento come protagonista: pasta, calamari e ‘nduja; agnello cacio e pepe, alici nel paese della salama e poi una serie di piatti che né il tempo, né le mode possono far sparire come risotto con pesce persico o la pasta con le sarde. Anche il carrello dei formaggi è frutto di un’attenta selezione. La carta dei vini offre alcune chicche di produttori poco conosciuti. Il prezzo è corretto.

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