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PizzAut: la pizza che domani mangerà il Papa

PizzAut è nata a Cassina de' Pecchi e porta avanti, con la pizza, un progetto di inclusione dei ragazzi autistici



Oggi vi racconto del progetto di Nico Acampora, padre di un bimbo autistico, e di come una situazione drammatica può trasformarsi in una bellissima realtà che dà un’opportunità, un’autonomia e un futuro altrimenti impossibile a questi ragazzi.

PizzAut: a Cassina de' Pecchi la pizza è inclusione

Era da tempo che sentivo e leggevo di questa pizzeria. Eccomi a pranzo, non serve prenotare, la sera sì e ci sono tre mesi di attesa.

Ho l’onore di incontrare e poter parlare anche con Stefano Belisari, in arte Elio, ma qui semplicemente collega papà di Nico e, dall’anno scorso, socio di PizzAut.

Si siedono entrambi al nostro tavolo, le loro parole penetrano nel cuore e sono quindi la doverosa premessa per capire come mai un uomo arriva da solo a trovare una soluzione così.
Elio è tra i soci di PizzAut di Nico Acampora
“Chi non ha un figlio autistico non può rendersi conto dell’importanza di questa cosa. In Italia esiste poco su questo tema, solo una ricerca disperata con telefonate a tutto il mondo per sapere cosa fare e da chi andare.

Solo se sei fortunato trovi qualcuno bravo che segue tuo figlio, ma poi quando diventa grande o lo metti in un istituto, dove paghi e sparisce, o lo tieni tu e sparisci tu. Questo posto è la risposta di un papà, non dello Stato, a questo problema grandissimo. Ed è quasi miracoloso perché sta dando un sacco di risposte positive e di miglioramento con il semplice inserimento nel mondo del lavoro, perché anche questi ragazzi devono avere la possibilità di esprimere il proprio potenziale.

Da essere un costo, diventano contribuenti. Qui non pagano nulla, nemmeno per la loro formazione, sono assunti, hanno uno stipendio e pagano allo Stato. Un’inversione della logica delle cose che però sta regalando loro felicità e autostima”.

L’idea di PizzAut

“Quando hai un bimbo autistico, fai fatica a fare tutto e a uscire, per i suoi comportamenti bizzarri, quindi cominci a invitare gli amici a casa. Nel vedere il mio piccolo giocare a preparare la pizza per loro, ho pensato che la cucina potesse essere uno sbocco lavorativo per i ragazzi più grandi.

Da qui l’idea, che si è poi materializza in un progetto scritto, durante una notte insonne di 4 anni fa. L’ho condiviso su facebook, chiedendo chi volesse provare a realizzarlo con me. Le reazioni sono state angoscianti. Se pensi di riuscirci sei più handicappato di loro. Lei è il solito padre frustato che non si arrende alla disabilità di suo figlio e s’inventa progetti irrealizzabili. Da queste frasi noi abbiamo fatto 180 mila pizze, aperto un ristorante e girato con due food truck durante la pandemia”.

Non esiste l’autismo, esistono gli autismi e ogni ragazzo ha una sua sfumatura. Quello che accomuna tutti è la difficoltà a relazionarsi. E giustamente vi chiederete: come fanno a fare questo lavoro? Con una formazione specifica nell’Aut Academy, in collaborazione con una scuola alberghiera, un passo alla volta e un miglioramento giorno dopo giorno.
La pizza Regina Margherita di PizzAut di Cassina de Pecchi
C’è chi non ha mai sfiorato nessuno e per la prima volta, tre mesi fa, ha abbracciato Nico. Emozionata, chiedo se vuole darne uno anche a me. È stato tra gli abbracci più belli che abbia mai ricevuto.

C’è chi ha cominciato a venire al lavoro in autonomia, cambiando addirittura tre mezzi pubblici. C’è chi sta mettendo via lo stipendio perché ha un suo sogno, viaggiare per il mondo e trovare una fidanzata. C’è chi non parla e ora si presenta in pubblico con un microfono. C’è chi si tappava le orecchie per gli applausi e ora ci rimane male se non li sente.

Questi sono alcuni esempi che però io chiamo piccoli grandi miracoli. Un lavoro che è diventato terapeutico perché è la loro opportunità di essere felici e sentirsi come gli altri.

Il locale

La pizzeria apre il primo maggio del 2021, una bellissima data per l’occasione.
Qui non esisteva nulla ed è stato costruito su misura e con qualsiasi tipo di facilitazione per rendere completamente autonomi i ragazzi.

Il locale si affaccia su una provinciale, in un’area commerciale. Quando entri quello che c’è fuori sparisce e si aprono le porte di un luogo magico da cui non vorresti più andare via. I colori dell’esterno non esistono più e rimane solo i loro, il rosso, il bianco e il nero perché la policromia è un fastidio.

I tavoli hanno un numero, a capotavola, che dev’essere sempre visibile per cui nessuno si siede lì, e una linea rossa, che per i clienti è quasi invisibile, ma per loro è la linea di confine su cui lavorare. Per la difficoltà di relazione non servono le persone, servono quel numero e in quell’area, anche se con il passare del tempo riescono a superarla e ad avvicinarsi sempre più.
Una delle pizze di PizzAut a Cassina de Pecchi
Tutti i mobili si aprono con qualsiasi dito, quindi non è necessaria una manualità perfetta. Non esiste il telefono e il macina caffè perché i rumori improvvisi destabilizzano, mentre hanno imparato a gestire il rumore in sala e in cucina perché costante. Il forno è elettrico e praticamente un tunnel, dove la pizza entra ed esce in 3 minuti e 42 secondi, sempre cotta alla perfezione.

“La notte dormo poco e ho trovato tutte le soluzioni, basandomi sulle esperienze fatte negli altri ristoranti dove siamo stati ospiti e alle difficoltà che ho riscontrato per il lavoro dei ragazzi”.

Frigo facilitanti, tecniche di comunicazione aumentativa per supportare la collocazione delle materie prime e l’utilizzo delle strumentazioni, nessun disallineamento tra ingressi e uscite, impianto di aspirazione in cucina sovradimensionato perché gli stimoli olfattivi sono un elemento disturbante…Insomma, ogni cosa è stata studiata alla perfezione per una macchina che viaggia come una Ferrari a 150 posti e che d’estate ne aggiunge altri 80 all’esterno.

Solo due bagni, attrezzati anche per i disabili, perché Nico si è rifiutato di farne uno apposta, come gesto di civiltà. 12 i dipendenti. 10 ragazzi autistici e 2 neurotipici, a coordinare sala e cucina. Ma c’è un altro grande motore qui, i genitori, che fanno i volontari e lavorano anche in assenza dei figli.

La pizza

La prima volta che vieni qui lo fai per il progetto, ma poi torni anche per la pizza perché è davvero buona. All’inizio sono partiti con il giropizza, senza possibilità di scelta perché prendere le comande è difficilissimo per loro. Ora c’è un menù, che è sempre uguale e i ragazzi gestiscono alla perfezione qualsiasi tipo di richiesta e variazione.

Ci sono le Speciali, tra le quali consiglio ovviamente la Regina Margherita, ci sono le GourmaAut come la Normaloide (fior di latte, salmone, cuore di lattuga, semi di sesamo tostati, limone) e la Veg (salsa guacamole, chips di barbabietole, pomodorino fresco e basilico), e c’è quella del giorno, attualmente dedicata alla guerra, con patate del contadino, fior di latte, guanciale croccante, pomodorino e pepe nero (per ogni pizza sono donati 5€).

Forma ovale, 250g, 72 ore di lievitazione, idratazione al 70%, lievito di birra, niente sale, miscela di farina di grano duro, grano tenero e una piccola percentuale di riso, per un risultato davvero croccante e digeribilissimo.

Ogni pizza può essere richiesta con impasto senza glutine, con una maggiorazione di 2€. Argomento qui molto sentito perché molti ragazzi autistici hanno questa allergia. C’è quindi una cucina a parte dove c’è tutta la linea dedicata, dolci e birra compresi.
A chiudere il cannolo di PizzAut

I progetti

Nico è un vulcano in piena e ci travolge davvero con la sua energia ed entusiasmo.
A breve un’altra apertura, a Monza, con l’idea di replicare il progetto, ancora e ancora. Anche se, come dice Elio, il vero e unico problema è che Nico è uno e non si potrà dividere, mentre il resto si può tranquillamente copiare con la dovuta formazione.

Domani, primo aprile, PizzAut sarà presentata al Santo Padre, che riceverà i ragazzi e loro cucineranno per lui. Tante le richieste di collaborazioni e presenza e gli aiuti, infinito il riconoscimento dei clienti, che fanno i chilometri per venire qui a vivere una vera emozione, che ti cambia il punto di vista e l’equilibrio tra cosa è più o meno importante.

Consiglio la cena, appena trovate posto, perché finito il servizio (unico turno) succede di tutto. I ragazzi si presentano al microfono, si raccontano i progetti, si racconta PizzAut, e nascono momenti indimenticabili a seconda della serata. Capita la musica, lo strumento, il canto, il gioco, la barzelletta…Capita la vita, che si accende per questi ragazzi e per noi che, da loro, dobbiamo solo imparare.

La mia frase finale prima di uscire è “non me ne andrei mai”. La risposta di Nico e Elio è “fa questo effetto!”.
Grazie.

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Per prenotare un tavolo scrivere a prenotazioni@pizzaut.it
Info:
dal lunedì alla domenica (escluso sabato) a pranzo dalle 12.00 alle 14.00
da mercoledì a domenica a cena dalle 19.00 alle 22.00

Contatti

PizzAut

Via Don Verderio 1, Cassina De’ Pecchi (MI)
prenotazioni@pizzaut.it
www.pizzaut.it

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