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Radici a Palermo: l'unica regola è condividere

Il ristorante Radici di Palermo ha cambiato la sua cucina: ora è più orientata verso fusion e condivisione



Il cambiamento a volte fa paura, specie se si è abitudinari. La trasformazione di sè, o di un qualcosa che consideriamo la nostra appendice, può spaventarci, andando a scombussolare quella che è la nostra routine.

Possiamo restare lì, fermi a guardare il consolidarsi di un'immagine che già conosciamo e che comunque fino a oggi ha funzionato, oppure scegliere di cambiare le carte in tavola - letteralmente in questo caso - e stare a vedere cosa si può diventare.
Risotto con burro d'arachidi da Radici a Palermo

RADICI - TERRITORIO E CUCINA A PALERMO: L'AMBIENTE

Uno stretto vicoletto, parentesi intima e silenziosa della movida notturna palermitana, addobbato da lucine sospese e a due passi dal mare.

Radici - Territorio e cucina, come lo conoscevamo fino a pochi mesi fa, basava la sua proposta su materie prime di stagione e piatti della tradizione, che di tanto in tanto vedevano al loro interno qualcosa di diverso, quasi avesse paura di farsi avanti.

Poi, all'improvviso, il buio. Il bianco ha fatto spazio al nero e il menù ha cambiato faccia, rivelando il suo animo...Rock. Ed ecco la luce. Unica "regola"? Condividere.
Lo sgombro marinato di Radici a Palermo

COSA SI MANGIA DA RADICI?

La (nuova) cucina di Radici, guidata dallo chef Alberto Ferrara, si basa sulla condivisione. Ogni piatto, infatti, è studiato per essere diviso in due, tanto da venir poggiato al centro della tavola al momento del servizio.

Dalla colazione fino alla cena, con pause di massimo quattro ore, staresti a mangiare pane di carruba con acciughe di Magghia e burro. E penseresti questo, prima di imbatterti nel Re degli antipasti: il french toast con salsiccia cruda, cozze e fondo bruno.

L'ostrica di Normandia difende il suo inconfondibile sapore dal tabasco e dal lime che, anzichè sovrastarla, ne esaltano la sapidità.
Il french toast di Radici a Palermo
Papille gustative sull'attenti per il risotto Acquerello con burro d'arachidi, aglio nero e vongole sott'aceto. Nessuna lotta di sapore, ma una danza armoniosa da gustare in tre fasi: un primo boccone di solo burro d'arachidi, un secondo con l'aglio nero e un terzo completo.

Dalla Normandia e dal Missouri procediamo alla volta del Giappone con lo sgombro marinato, accompagnato dal "ravanello" daikon, dall'alga aonori e dallo shiso.

Terminando il viaggio in Francia con una Tarte Tatin ci imbattiamo, su consiglio dello chef, su una Lemon curd con acciughe di Magghia e polvere di cappero.

Partenza? Col freno a mano. Arrivo fantastico. Quant'è bello il cambiamento.
La tarte tatin di Radici a Palermo

E IL VINO?

Ad accompagnare il tutto un orange di Canto del Grillo, Abbazia San Giorgio 2020, a base di uve Grillo e realizzato sull'isola di Pantelleria.

miele, zenzero e arancia si alternano alle note di erbe mediterranee e mandorle, per finire in un sorso avvolgente che lascia una lunga freschezza.

Una trasformazione - necessaria - che mantiene l'originalità dei sapori nostrani, arricchita dalla convivialità e dalle delucidazioni fornite piatto dopo piatto da un team che ci stupirà ancora.
Il Canto del Grillo. Il vino assaggiato da Radici a Palermo

Contatti

Radici - Territorio e Cucina

Vicolo della Fonderia 3/5, Palermo
380.5402457
info@radicipalermo.it
radicipalermo.it

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