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Ristorante Verbella a Sesto Calende, sul Lago Maggiore

Ristorante Verbella a Sesto Calende: una storia di passione e amicizia sul Lago Maggiore. Un'oasi di cucina campana in Lombardia che vale la pena scoprire



Capita, in questa rovente estate, di voler fuggire dalla città diretti verso mete rinfrescanti (si fa per dire).
Via verso l'acqua, allora, che sia di mare, di fiume o di lago. Forse Sesto Calende non è il primo paese del Lago Maggiore che viene in mente di visitare, eppure ha il suo fascino.

Il Ticino diventa lago, oppure il Lago Maggiore diventa fiume, dipende dal punto di vista. Luogo liquido, Sesto. Un piccolo centro storico, animato da molti locali all'aperto, la passeggiata lungo il Ticino che permette di raggiungere addirittura Pavia, le sponde del lago perfette per una sosta nel verde.

Le sorprese però non si fermano all'aspetto naturalistico, anzi. Appena fuori Sesto, avec les pieds dans l'eau, ho trovato pane per i miei denti: ottimo cibo e una bella storia da raccontare.
Il Ristorante Verbella sul fiume Ticino

Ristorante Verbella, bella sorpresa sul Lago Maggiore

Durante le mie passeggiate avevo notato la Marina di Verbella, sapevo del ristorante omonimo, ma non l'avevo mai provato. E dire che il posto è davvero incantevole: c'è il parco, il lago,una bella piscina. Eppure, a volte, le storie ti acchiappano quando non le cerchi.

Così, in un mercoledì qualunque, finalmente, ci siamo capitati a cena e le sorprese sono state numerose: la bellezza della sala e dello spazio all'aperto che affaccia su piscina e lago, la gentilezza e la professionalità del personale e poi, naturalmente, il cibo.

Il ristorante Verbella è un'oasi campana in piena Lombardia. Non aspettatevi di trovare l'ubiquo risotto con il lavarello, qui. Piuttosto uno spaghettone di Gragnano allo scarpariello, la pasta (Verrigni) alla Nerano, la pizza napoletana e il pesce di mare.

Chi siete? Come ci siete arrivati qui? Da quando? Non è gentile fare un interrogatorio di terzo grado mentre si paga il conto, mamma lo dice sempre.
Il Ristorante Verbella si affaccia sul Lago Maggiore

Una storia di passione e amicizia

Il giorno dopo sono tornata a farmi raccontare per bene, perché la storia è bella assai e parla di amicizia e di passione. Non necessariamente in quest'ordine.

Rosario è un giovane uomo che ricorda Luigi Lo Cascio quando è allegro, ed è stato così gentile da soddisfare le mie curiosità. Lui e i suoi soci sono prima di tutto amici, da quando erano ragazzi e vivevano in provincia di Salerno: chi a Sarno, chi a San Marzano, chi a Scafati.

Gli altri moschettieri si chiamano Luigi, Vincenzo e Francesco. Tutti si sono occupati negli anni di accoglienza e ristorazione, ad alti livelli e in giro per il mondo. Parliamo del Noma di Copenhagen, di Le Meurice a Parigi, dell'Eden di Roma, per citare solo le esperienze più blasonate.

Sì, ma come si sono ritrovati tutti insieme al Verbella? Rosario ha le valigie pronte per andare in Australia e, proprio sul filo di lana, gli propongono un locale da gestire. Il Verbella.

'Ma no, non lo vedo neppure. Ormai ho deciso, parto'. Sua moglie (che sia vera la storia della grande donna dietro a ogni grande uomo?) lo convince almeno a farci un salto.
Rosario, uno dei soci del Ristorante Verbella
'Quando l'ho visto, abbandonato e dimesso com'era, mi sono innamorato. Ho capito all'istante che era una occasione unica, ma che non la potevo cogliere da solo'.

Chiama i suoi amici di sempre, subito. Tutti, tranne Francesco, lo chef, che è stato secondo all'hotel Eden di Roma, perché teme un rifiuto. 'E' stata la mia ventesima scelta, e ha detto sì'. A certi destini non ci si può sottrarre, è un fatto.

L'avventura ha inizio, il locale viene completamente ristrutturato con il coinvolgimento delle famiglie dei ragazzi, che fanno la loro parte. Lo zio elettricista, il cugino idraulico, falegname, fabbro. Chi sa, fa; chi non sa, impara. E il locale nasce davvero sotto le loro mani.

'Lo sentiamo nostro anche per questo'. Si vede Rosario, si vede.

Ad aprile 2019 aprono. Faticano a scrollarsi di dosso l'etichetta di posto complesso da gestire. Investono molto in comunicazione. Pian piano la gente viene, si fida, ritorna. Dai, ce la facciamo. Poi arriva l'8 marzo 2020, e tutto cambia.

Il Covid frena bruscamente la marcia trionfale dei nostri protagonisti, che non si arrendono. Approfittano della stasi forzata per fare lavori che avevano tralasciato, imbastiscono un piccolo servizio da asporto, consumano quasi tutti i risparmi del primo anno di gestione. Ma non mollano. La riapertura li vede nuovamente protagonisti.

Rosario alla gestione e agli eventi; Luigi che anima la V. Lounge, terrazza panoramica che vive di vita propria (dalla colazione al dopocena); Vincenzo, il maitre, che regna sul ristorante e Francesco, lo chef timido, che si esprime attraverso i suoi piatti.
La pizza del Ristorante Verbella

I piatti e la pizza

Le persone ritornano, e sono molte. Parecchi arrivano da lontano per provare la loro cucina 'Proponiamo piatti che non è facile trovare qui nei dintorni, abbiamo una carta corta - e bravi, dico io - che cambia almeno cinque volte l'anno.

I prodotti sono di alta qualità, non transigiamo sulla materia prima. Le verdure, ad esempio, arrivano dall'azienda agricola della mamma di Francesco.'

E la pizza? Come si divide la clientela? 'La nostra è una buona pizza napoletana. L'impasto matura 72 ore in cella frigo e 8-12 ore a temperatura ambiente. Abbiamo alcune proposte gourmet, particolari, e le classiche. Diciamo però che chi viene da noi, lo fa soprattutto per la cucina.'

Personalmente tornerò anche per provare la pizza, invece. Magari in terrazza, guardando il panorama, dopo un aperitivo servito come si deve, con chips fatte in casa e piccolo tagliere di Street food campano, se mi si concede l'espressione.

Se dovessi indicare un piatto che definisce il Verbella, quale sceglieresti? Rosario non ha dubbi: 'La bufala fritta. In carta c'è sempre, ma la decliniamo in modo diverso a seconda delle stagioni. Ora viene servita con una riduzione di peperone, olive, capperi e acciughe del Cantabrico.'

Interessante, direi. Mo' me lo segno, come diceva Troisi.

Si respira un'aria distesa, qui, ma si intuisce un lavoro incessante dietro le quinte. Rosario (qui lo chiamano Rosolino!) quante persone lavorano al Verbella? 34. Tante, ma non troppe. Ristorante, terrazza, piscina, parco devono funzionare al meglio e occorre il personale adatto.

Quali sono i vostri progetti? 'Per i prossimi trent'anni vogliamo rimanere qui, questo è certo'
Vi siete mai pentiti? 'No, anche se questo è un lavoro duro. Lo sapevamo, però è davvero impegnativo. Personalmente spero di riuscire a delegare un pochino, in futuro, per poter stare di più con la mia famiglia. Ho un bimbo di due anni e voglio anche vederlo crescere'.
Come dargli torto?

Mi accorgo di aver parlato forse troppo poco della loro cucina, ma mi sono così appassionata al team e alle sue origini da farmi prendere completamente la mano.

Credo però che le loro proposte siano così accattivanti da meritare una visita. La tradizione campana incontra qui le ricche esperienze di ognuno: accanto ai paccheri allo scoglio, potrete trovare il Carnaroli con crudo di gamberi rossi e lime che parla di Caraibi; il gazpacho con feta, mazzancolle e basilico e il polpo alla gallega che parlano di Spagna e Grecia, accostati al classicissimo fritto di pesce.

La carta dei vini, molto corretta, ha qualche proposta al bicchiere e ricarichi onesti.

Contatti

Ristorante Verbella

Via della Ferriera 19, Sesto Calende (VA)
0331.923009 | 371.3386904
info@ristoranteverbella.it
www.ristoranteverbella.it

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