Alta Mora Arrigo 2022: il vino dell’Etna che devi vivere almeno una volta

Hai mai bevuto un sorso di vino e pensato: "Ecco, ora sono su un vulcano!"? Se non ti è ancora capitato, è il momento di scoprire Alta Mora Arrigo 2022, il nuovo bianco vulcanico firmato dalla cantina Alta Mora dei fratelli Cusumano, che arriva dritto dalla Contrada Arrigo, un piccolo angolo magico sul versante nord dell’Etna.

Qui, a 610 metri di altitudine, tra colate laviche millenarie, terra nera e brezza di mare, nasce un vino che è un vero e proprio concentrato di energia del vulcano. Solo 3800 bottiglie prodotte da una micro-vigna di 0,7 ettari: un Carricante autentico, fresco, salato, con un’anima wild e una storia da raccontare.

Un vino, un luogo, un’esperienza

Contrada Arrigo non è solo un vigneto, è un posto che ti rimette in connessione con la natura. Pensa a un paesaggio dove puoi vedere l’Etna innevato e il mare di Taormina nello stesso sguardo. Qui il tempo rallenta, la vite cresce tra sabbie vulcaniche e pietre laviche, e il vino nasce con 5000 ore di lavoro artigianale, dalla vigna alla bottiglia.

“L’Etna non gioca ad armi pari con nessuno – dice Diego Cusumano – è un vantaggio naturale che lascia senza fiato.”

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Alta Mora Arrigo 2022 non è solo un vino da bere, è un invito a partire, a vivere un'esperienza sul campo. La cantina Alta Mora, costruita tra le rocce laviche, è il punto di partenza perfetto per una giornata tra degustazioni, trekking tra le vigne, panorami lunari e pranzi slow a base di sapori etnei. Qui, ogni vino racconta la contrada da cui proviene, proprio come se fosse una persona con carattere e storia.

Perché ti piacerà

• Se ami i vini bianchi minerali, croccanti e ricchi di personalità

• Se cerchi un’esperienza che unisca natura, vino e autenticità

• Se vuoi postare foto in un posto che sembra Marte… ma con un calice in mano

Da bere... o da vivere

Alta Mora Arrigo 2022 è perfetto con crudi di pesce, formaggi, ma anche da solo, al tramonto, con una playlist chill e gli amici giusti. Ma se vuoi davvero capire cosa c’è dentro quel bicchiere, devi salire sull’Etna e toccare con mano la sua terra. Perché certi vini non si bevono: si vivono.

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