Montecucco: il piccolo grande Consorzio dove nasce un vino che parla di terra, futuro e passione
Montecucco, la piccola DOC toscana ai piedi dell’Amiata, celebra 25 anni di grandi vini bio, identità forte e turismo esperienziale.
Nel cuore più autentico della Toscana, tra la Maremma e il Monte Amiata, esiste una denominazione che in pochi conoscono, ma che conquista chiunque la scopra: Montecucco. A dirlo sono i numeri – piccoli ma significativi – e le storie di chi da 25 anni lavora per trasformare un angolo nascosto della Toscana in una destinazione del gusto. Il Consorzio Tutela Vini Montecucco, fondato nel 2000 e celebrato lo scorso 30 maggio a Poggi del Sasso con un convegno dedicato ai suoi 25 anni, è oggi una delle chicche più sorprendenti del panorama enologico italiano.
Una DOC nata dal coraggio dei vignaioli
Il Montecucco è un vino che nasce dal coraggio di pochi viticoltori visionari, che negli anni ’90 decisero di credere in un territorio ancora poco valorizzato, ma con un potenziale straordinario. Uno di loro è Leonardo Salustri, tra i pionieri della denominazione, che ha avviato un lavoro di ricerca viticola in sinergia con l’Università di Pisa, dando vita a un vigneto sperimentale con oltre 400 biotipi di Sangiovese: una vera “banca genetica” vivente che ancora oggi guida la viticoltura locale.
Nel 1998 nasce la DOC Montecucco, seguita nel 2011 dalla DOCG Montecucco Sangiovese. Ma la svolta arriva nel 2000 con la creazione del Consorzio, oggi formato da 68 aziende che coltivano circa 500 ettari e producono oltre 1 milione di bottiglie all’anno.
Una viticoltura sostenibile, autentica e in quota
Il Montecucco è più di un vino: è espressione sincera del suo territorio, fatto di colline, boschi, microclimi unici e una Biodiversità che lo rende ideale per una viticoltura sostenibile. Non a caso, oltre il 90% dei vigneti è certificato biologico e tutte le aziende sono attrezzate per l’accoglienza enoturistica, offrendo esperienze a misura d’uomo, lontane dalle folle ma ricche di autenticità.
In occasione dell’anniversario, il Presidente del Consorzio Giovan Battista Basile ha annunciato un progetto ambizioso: modificare il disciplinare per alzare la quota di produzione verso le pendici del Monte Amiata, come risposta concreta al cambiamento climatico. Un’idea che unisce sostenibilità e innovazione, valorizzando la viticoltura di montagna senza rinunciare all’identità territoriale.
Montecucco e Sangiovese: un amore profondo
Al centro della produzione c’è lui: il Sangiovese, qui capace di esprimere sfumature uniche grazie ai suoli vulcanici e alla forte escursione termica tra giorno e notte. Il risultato? Vini eleganti ma intensi, longevi, con un profilo olfattivo ricco di frutti rossi, spezie e note minerali, e una beva che unisce struttura e freschezza.
Ma il Montecucco non si ferma al rosso: fu tra i primi territori della Maremma a credere nel Vermentino, inserito nel disciplinare quando ancora pochi lo vinificavano nella zona. Oggi è un bianco profumato, sapido e identitario, perfetto per accompagnare la cucina di mare e di terra tipica della costa grossetana.
Ricerca, biodiversità e storytelling digitale
Uno dei punti di forza del Consorzio Montecucco è la collaborazione con il mondo scientifico. Progetti come la Selezione Poggi del Sasso o il Biopass, sviluppato con università e fondazioni come la Edmund Mach, puntano a monitorare la salute del vigneto, selezionare cloni autoctoni e garantire una viticoltura che sia tracciabile e rigenerativa.
Anche la comunicazione sta cambiando: lo ha sottolineato durante il convegno l’enologo e comunicatore del vino Stefano Quaglierini, che ha ricordato come oltre il 30% delle vendite premium avvenga oggi online. Per Montecucco, questo significa raccontare il vino attraverso i valori, la storia, il paesaggio, puntando sul digital per raggiungere il pubblico dei wine lovers più giovani e consapevoli.
Perché visitare Montecucco (e innamorarsene)
Montecucco è una meta perfetta per chi cerca un turismo enogastronomico slow, fatto di esperienze autentiche, piccoli borghi, aziende a conduzione familiare e degustazioni con vista sull’Amiata. È un viaggio che unisce natura, cultura e sapori, in un equilibrio raro da trovare altrove.
Qui il vino non è solo prodotto: è raccontato, vissuto, condiviso, con l’orgoglio di chi ha scelto di restare fedele alle proprie radici ma con lo sguardo rivolto al futuro.
Vuoi scoprire Montecucco dal vivo?
Organizza un tour tra i produttori del Consorzio, scopri le cantine biologiche, assaggia un Vermentino che non ti aspetti o un Sangiovese che sa di bosco e pietra. Perché in Toscana c’è ancora molto da scoprire. E Montecucco è la sua perla nascosta.