Cascina Margherita: il Bitto dei Pedranzini conquista la Valtellina
Dall’Alpe Fornazzo ai premi di Morbegno, i fratelli Pedranzini firmano un Bitto DOP d’eccellenza e raccontano la montagna attraverso i suoi sapori.

Tra le vette che sfiorano i ghiacciai dell’Ortles-Cevedale, dove l’aria profuma d’erba fresca e il silenzio ha ancora il suono delle campane al collo delle vacche, prende forma uno dei sapori più autentici della montagna lombarda: il Bitto dei fratelli Pedranzini. È qui, a 2300 metri sull’Alpe Fornazzo, che nasce il formaggio che continua a raccontare una storia di mani, latte e altitudine.
Alla 118ª Mostra del Bitto di Morbegno, la famiglia Pedranzini ha raccolto una nuova, meritata pioggia di premi: primo posto per il Bitto dell’anno, miglior Bitto stagionato, riconoscimento per la migliore occhiatura — quella trama minuta e regolare che racconta la perfezione di una lavorazione attenta e rispettosa. È un successo che si ripete, come una melodia di montagna che non smette di emozionare, e che premia non solo la maestria, ma anche la squadra: il casaro Giuseppe Rinaldi e i giovani che condividono con lui la vita d’alpeggio.

Ogni forma di Bitto è un racconto di resistenza. Si lavora a caldo, con latte appena munto, perché la distanza tra pascolo e caldaia sia minima e la qualità massima. Il latte delle vacche che pascolano in quota, nutrite da erbe alpine ricche di essenze e fiori, custodisce un patrimonio organolettico che non si può riprodurre altrove. È la chimica naturale della montagna a dare al Bitto dei Pedranzini quella dolcezza equilibrata e quella consistenza piena che si scioglie in bocca con lentezza, restituendo la memoria di un gesto antico.

Cascina Margherita è il cuore di tutto questo. Un’azienda agricola dove la vita scorre secondo i ritmi della natura e dove nulla è lasciato al caso. Qui si allevano bovini da carne e da latte, ma anche suini selezionati, alimentati in modo naturale, per dare vita a una filiera chiusa e coerente, dove ogni prodotto racconta un pezzo di montagna. È una filosofia che tiene insieme qualità, etica e territorio: ogni taglio, ogni forma, ogni fetta è una dichiarazione d’amore alla Valtellina.

Accanto ai formaggi, il mondo Pedranzini è anche salumi: la bresaola — fiore all’occhiello del marchio — il Fiocco, prosciutto crudo di montagna, e altri prodotti che nascono da un sapere artigianale tramandato nel tempo. Ma è il Bitto, il Casera, lo Scimudin e il Bormio a definire l’identità casearia della famiglia. Il Bitto, nobile e complesso, è il principe dell’alpeggio; il Casera, più quotidiano, accompagna la tavola valtellinese; lo Scimudin, fresco e morbido, con la sua dolcezza, ricorda la semplicità delle origini; il Bormio, infine, con il suo gusto autentico e deciso, porta nel nome l’orgoglio di una terra che ha saputo fare del latte una cultura.

Ogni premio conquistato alla Mostra del Bitto è dunque più di un trofeo: è la conferma che l’agricoltura di montagna, quando è fatta con passione, può ancora generare eccellenza e futuro. Perché il vero segreto non è solo nel latte o nel pascolo, ma nella capacità di custodire un equilibrio tra innovazione silenziosa e rispetto profondo per la tradizione di chi, prima di loro, ha tracciato la via.
Cascina Margherita oggi è un simbolo di quella Valtellina che non si piega alla fretta, che difende il gusto come forma di cultura e che continua a insegnare che la qualità non è mai un caso: è il frutto di scelte, di mani sporche di lavoro e di occhi che sanno leggere il cielo per capire quando cambiare alpe.

Il Bitto dei Pedranzini non è solo un formaggio premiato. È un racconto di montagna che si può tagliare a fette, un profumo che riporta a casa, un sapore che sa di autenticità. E per noi di Cibovagare, che crediamo nella forza dei territori e nel valore delle storie che sanno ancora scaldare il cuore.
