Il caffè come viaggio: la Giornata internazionale del 2025 raccontata a chi ama scoprire
La Giornata internazionale del caffè 2025 celebra la collaborazione: dal rito bosniaco a Trieste, Napoli e Torino, esperienze da scoprire.
- La nostra esperienza a sarajevo: un plus autentico
- Il caffè come esperienza di viaggio
- Le iniziative del 2025
- Perché interessa al nostro lettore
- Mini guida: come vivere il caffè nei tuoi viaggi
Il 1° ottobre è la Giornata Internazionale del caffè e quest’anno il tema è “collaborazione”. Una parola che vale tanto per chi lavora lungo la filiera – dai coltivatori alle torrefazioni – quanto per chi, come il nostro lettore, cerca nel caffè un momento di incontro, scoperta e cultura.
Alessandro Borea, presidente dell’Istituto Espresso Italiano (IEI), lo ha detto con chiarezza: “La vera forza del nostro settore risiede nell’unità di tutti i suoi attori, dai produttori ai consumatori”. Non si tratta solo di economia, ma di un patrimonio culturale condiviso che attraversa piantagioni, laboratori artigianali, caffetterie e storie locali.
La nostra esperienza a Sarajevo: un plus autentico
Quest’estate siamo approdati a Sarajevo con l’obiettivo di vivere il caffè “sul campo”, scoprendo il caffè bosniaco nelle sue forme autentiche. È stata un’esperienza preziosa, che ha dato al nostro racconto un valore aggiunto: non più solo osservatori, ma partecipanti al rito antico del caffè.
Durante le nostre passeggiate nella Baščaršija (la parte più antica e vivace della città), abbiamo sostato in kafane tradizionali dove ci hanno servito la bosanska kafa in maniera rituale. La bevanda veniva portata in una džezva (una piccola caffettiera in rame con lungo manico), accompagnata da un bicchiere d’acqua e da un rahat lokum — il dolcetto tipico usato per mitigare il suo gusto intenso. Abbiamo imparato che lo zucchero non si mescola direttamente nella tazza: si intinge una zolletta nel caffè, la si succhia, e poi si sorseggia. Un gesto lento, meditativo, che ha trasformato quella tazzina in un momento di sospensione.
In un café storico, ci hanno raccontato come il caffè bosniaco non sia un semplice “erede del caffè turco”, ma un rito con sue peculiarità e orgoglio nazionale: differenti tecniche di scaldata, l’attenzione alla schiuma e il momento della “condivisione” collettiva ne fanno un simbolo sociale profondo.
Uno dei momenti che ricorderemo con più piacere è stato sedersi accanto a un tavolino lungo una viuzza storica, ascoltare il vociare dei locali e, sorseggiando il nostro caffè, osservare il lento andare del quartiere ottomano. Era come se il tempo rallentasse: noi e altri avventori parlavamo, scambiavamo storie, e il caffè diventava ponte fra culture e territori.
Questa esperienza, vissuta in prima persona, ci ha confermato che per il nostro lettore non basta raccontare il “caffè” come prodotto: serve raccontare il gesto, la ritualità, il contesto culturale.
Il caffè come esperienza di viaggio
Ogni tazzina porta con sé un racconto che può diventare tappa di un itinerario: visite in torrefazioni, musei aziendali, degustazioni guidate, progetti di piantumazione e sostenibilità. In Italia, patria riconosciuta dell’espresso, il caffè è una porta d’ingresso al turismo esperienziale: non solo per il gusto, ma per le storie che lo circondano.
Pensiamo a Trieste, con la sua atmosfera di “caffè letterari”; a Napoli, con il caffè sospeso come gesto di comunità; a Torino, con il bicerin; o a territori meno noti che custodiscono torrefazioni storiche e coffee shop specialty. Ogni destinazione può arricchirsi inserendo il caffè come elemento narrativo.
Le iniziative del 2025
In occasione della Giornata internazionale, le aziende socie IEI hanno promosso progetti che parlano di comunità e collaborazioni:
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Caffè Milani in collaborazione con Treedom pianterà foreste di alberi di caffè in Colombia e Kenya, legando ogni tessera-caffè venduta a un gesto concreto di sostenibilità.
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Dersut Caffè aprirà a Conegliano torrefazione, musei e degustazioni guidate, estendendo l’evento anche a spazi espositivi.
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La Genovese e Coffeestorming proporranno quiz interattivi, giochi a tema caffè e degustazioni premiate per coinvolgere i clienti finali.
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Essse Caffè a Bologna offrirà esperienze di degustazione sensoriale per persone ipovedenti, sottolineando il valore sociale e inclusivo del caffè.
Queste iniziative mostrano chiaramente come il caffè oggi sia più di una bevanda: è cultura, incontro, responsabilità.
Perché interessa al nostro lettore
Per chi viaggia con curiosità, il caffè può diventare meta di scoperta: entrare in una torrefazione, ascoltare la storia di una miscela, degustare varianti locali, sedersi in un bar storico o in una kafana in Bosnia, come abbiamo fatto in prima persona.
La sfida (e l’opportunità) è trasformare l’espresso da abitudine quotidiana a esperienza turistica: un viaggio sensoriale e culturale che attraversa continenti, dialetti e rituali del gusto.
Mini guida: come vivere il caffè nei tuoi viaggi
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Cerca i luoghi autentici – bar storici, kafane o torrefazioni aperte ai visitatori raccontano più di mille guide.
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Partecipa a una degustazione – in Italia o all’estero, le sessioni guidate ti insegnano a distinguere aromi e tostature.
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Impara il rito locale – dal caffè sospeso napoletano al bicerin torinese, fino al caffè bosniaco: ogni luogo ha regole e simboli.
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Sii curioso sulle origini – chiedi la provenienza della miscela e come viene lavorata: è un modo per connetterti alle comunità produttrici.
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Porta a casa un gesto – non solo chicchi o souvenir: prova a replicare il rituale che hai vissuto, per rivivere il viaggio ogni mattina.