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Sangue e passione: il Sangiovese

Una delle varietà più diffuse e prodotte in Italia


Siamo nella Settimana Santa, quella che ricorda la Passione di Gesù Cristo. Momenti di riflessione seguiti dalla gioia della Resurrezione, la Pasqua; attimi e brividi che, anche a distanza di duemila anni, ci trasportano verso la passione, il sangue, la terra. 


Il Sangiovese potrebbe dovere il proprio nome al sangue di Giove o forse no. Ciò che oggi appare sorprendente ma realistico è che questa varietà sia nata in Calabria, figlia di due probabili genitori: il Calabrese e il Ciliegiolo. Nel suo migrare ha trovato in Toscana e in Romagna alcuni tra i suoi habitat più celebri, ma non dimentichiamo che rappresenta anche la base per vini come il Rosso Piceno, Rosso Conero, il Montefalco Rosso, il Circeo Sangiovese e l'Aprilia Sangiovese. È infatti una delle più diffuse e prodotte tra le varietà italiane e i suoi vigneti si estendono dalla Sicilia alla Lombardia. Trova la sua massima espressione a ridosso degli Appennini da cui ricava forza e temperamento. 

È il più pasquale delle varietà a bacca rossa, duttile e plastico al tempo stesso; si accompagna felicemente alle carni rosa o rosse delicate. Il suo colore, rubino puro e limpido, non mente; i suoi sentori di marasca e fiori possono apparire inizialmente freddi ed ermetici ma nascondono genuinità e carattere. La bocca asciutta e sapida, pulita, chiude sempre con il ricordo della liquirizia. I tannini si rafforzano nei celebri borghi di Montalcino, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti e Predappio (per citare i più noti) e, soprattutto con il clone “Grosso”, raggiunge l'immortalità conservandosi in pochi casi fino a un secolo dalla vendemmia (Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi). 

Non comuni ma che valgono la ricerca sono anche gli esempi del Chianti nella veste più armonica (Chianti Classico Castello di Ama) e in quella più verticale e austera (Chianti Classico Riserva Castell'in Villa e Badia a Coltibuono). 
Della stessa pasta, al di là degli Appennini, è il Sangiovese di Romagna Vigna del Generale di Nicolucci, a fare da contraltare alle più moderne espressioni della regione (Pietramora Fattoria Zerbina e Pruno La Palazza). 
 


Ultimo ma non ultimo il più elegante, quello di Montepulciano dal clone Prugnolo Gentile. Il suo vestito rosso esalta qui la raffinatezza delle sensazioni olfattive accompagnate da un corpo sobrio, complesso e piacevole.

 
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