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Liguria: al 18.97 del Grand Hotel di Alassio

Come si mangia al ristorante del Grand Hotel di Alassio, in Liguria.



LA LIGURIA DEI GRAND HOTEL

Hanno già scritto canzoni su Genova e libri e poesie, di una letteratura raffinata a raccontare una Liguria dove la roccia riflette il sole e disegna la linea del mare. Hanno già vissuto mille vite le correnti che spostano gli elementi di una costa che si muove nell’esclusività riservata di due riviere.

Eppure, ci sono cose che si rigenerano e che nell’immaginario di chi ha tempo a sufficienza da ricordare tornano, forti di quel fascino nuovo di una cosa capace di conquistare sempre. Prendiamo i Grand Hotel, per esempio, e prendiamo quello di Alassio per raccontare la storia bella di un luogo sopra le righe, ma sulla sabbia della riviera del sole, quella di Ponente.

Grand Hotel_Cibovagare

IL RISTORANTE 18.97

Andrea è un’atletica e sorridente consierge del Grand Hotel e in un dialetto incomprensibile, ma musicale, in una mattinata un po’ ventosa di maggio, mi dice: “Sciùscià e sciorbì no se pèu”, un detto popolare ligure che in italico significa “Soffiare e inspirare insieme non si può”. Parlavamo di spiaggia e di come Alassio abbia la fortuna di poter vantare una superficie sabbiosa, ma dimensionata, rispetto ad altre località limitrofe che godono di spazi più ampi, ma ciottolati.

Di fatto è un non si può avere tutto, che in ogni occasione rimane l’insegnamento principe in una vita misuratamente ambiziosa. Mi ha colpito la pronuncia di un insegnamento senza tempo, mentre l’informazione preziosa è che ad Alassio c’è la sabbia, neanche troppo fine. Mentre parliamo siamo nella hall di un complesso liberty, quasi monumentale per imponenza ed eleganza strutturale, che negli ultimi anni ha deciso di rinnovare il valore che la storia gli ha riconosciuto nel tempo.

Alassio_Cibovagare

Il piano terra è un insieme di ambienti che, abitati da esposizioni di arte contemporanea, lasciano alla luce l’aria per scorrere lungo tutta la loro estensione. Una prospettiva mutevole, ma mai stringente e costantemente arredata da colori caldi e sedute comode. Attraversando l’albergo nel suo lato corto, i due ingressi portano dalla carrabile del borgo direttamente alla spiaggia, una concessione balneare di competenza sulla quale campeggia una veranda di legno.

La facciata che guarda l’orizzonte disegnato dal mare, fatta di finestre, davanzali e terrazze fiorite, è una rassicurante manifestazione di stile con a capo uno di quegli orologi tondi e grandi abbastanza da testimoniare l’importanza del riferimento che hanno significato per l’intera comunità. Oggi il Grand Hotel di Alassio, però, oltre il resto, restituisce alla riviera Ligure anche una bellissima Spa con piscine termali, campeggiata da una piramide in vetro che la proietta oltre il manto di una piazza urbana dove i passanti buttano l’occhio, camminando e invidiando le calde acque fumanti tra gli idromassaggi.

Grand Hotel_Alassio_Cibovagare

IL COCKTAIL BAR E L'OFFERTA GASTRONOMICA

Il cocktail bar ha un piccolo bancone che spalleggia la pedonale accostata al mare, la carta dei drink omaggia il cinema con una mixology che può vantare oltre le ricette d’interpretazione, dedicate a grandi classici, un’ottima selezione di liquori e di distillati. Il mio Americano era davvero centrato.

Per quanto riguarda l’offerta gastronomica invece si apre uno scenario più ampio e l’ambientazione si sposta su un corner completamente vetrato che, con un’architettura a ricordare una grande voliera dell’800, affaccia dal piano strada direttamente sulla spiaggia. Qui si entra in un ambiente ampio, piacevolmente ricercato nei colori e nell’impegno a essere rifinito in quasi ogni angolo da piante di varia natura. Un verde autentico che impreziosisce e decora con buon gusto. L’atmosfera è un misto di eleganza, ricercatezza e vivacità di legame inscindibile con la leggerezza di una villeggiatura.

Grand Hotel_Alassio_Cibovagare

L’intera opera di offerta alla carta è affidata all’Executive chef Roberto Balgisi, affiancato nella sua idea di bistrot da una selezione di pizze cotte a legna e firmate da Stefano Miozzo. Roberto conosce bene la necessità di mettere nel piatto cose buone ed è un buon ambasciatore della cucina regionale, anche se nativo di Varese.

Al 18.97, questo il nome del bistrot contemporaneo, si sforna oggi giorno pane, focacce e si trafila pasta fresca, ma soprattutto si impiega tempo a fare squadra intorno all’entusiasmo di ragazzi giovani e alle materie prime semplici che devono essere valorizzate in piatti dal gusto pieno, senza troppi orpelli. In tavola arriva per prima una selezione di salumi di mare, un buon lavoro di stagionatura fatto sulle carni dei pesci che porta al palato una mortadella di tonno davvero interessante e un salame di spada un po’ morbido, ma molto intenso.

Grand Hotel_Cibovagare

La tartare di pescato ha una buona consistenza nel taglio al coltello ed è servita con una indivia marinata agli agrumi che la contrasta con fresche note di amaro davvero divertenti.

Il primo piatto è un colpo diretto alla iattanza del mare: lo Spaghettone del pescatore è uno di quei piatti che vorresti sempre mangiare guardando le onde e non importa se a cena, a pranzo o col mare mosso piuttosto che calmo, l’insieme di amido a legare cozze, fasolari, vongole, calamaretti e gamberi bianchi, con datterini e prezzolo arrotolati sugli spaghettoni trafilati in casa, sono di un appagante riprovevole.

Cucina_Grand Hotel_Cibovagare

A coerente seguito ho chiesto, e ottenuto, un branzino al sale con una ratatouille di verdure perfettamente croccanti, succoso, delicato e ben condito, ma non ho saputo rinunciare alla frittura. Sorprendente ed esteticamente bella in un trionfo colorato in farina di riso, dove gamberi e calamari si mischiano a una croccante julienne di verdure di stagione.

Grand Hotel_Menu_Alassio

Ho chiuso per scelta la cena a pulizia di palato con una buona pallina di gelato al caramello salato. Il servizio è giovane e attento, anche se ci si aspetta di più nella presentazione del piatto.

Si può dire che il 18.97 è la perfetta espressione di un Grand Hotel ritrovato, dove l’eleganza del tempo torna in una veste nuova senza perdere il ruolo di riferimento nell’attenzione. Arte contemporanea, agio d’altri tempi e una cucina contemporanea aperta a tutti, con le palme a guardia di un lungomare riservato dove a regime di stagione la veranda di legno sul mare diventa il Gazebo Restaurant, un fine dining in cui lo chef può osare di più nell’accompagnare il suono della risacca. Se passate da queste parti e non volete tradire un palato che ha voglia di sapori confortevoli, fermatevi alla tavola di Roberto Balgisi e se vi va, fate fare a lui.

Personalmente mi sarebbe piaciuto provare la sua cucina gourmet, ma come si dice “Sciùscià e sciorbì no se pèu”.

Contatti

18.97 c/o Grand Hotel Alassio

Via Gramsci 2/4, Alassio
0182648778
info@ghalassio.com
www.ghalassio.com

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