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Prato: l'arte del Ristorante Myo nel centro Pecci

Nel centro Pecci di Prato la cucina è arte grazie al ristorante Myo e allo chef patron Angiolo Barni che propone un menù buono, leggibile e senza fronzoli.



IL RISTORANTE MYO NEL CENTRO PECCI DI PRATO

L’arte, oltre a possedere proprie valenze, ha il potere anche di irrorare il suo magma sul cibo. La cena in un locale che profuma bellezza riesce a predisporre meglio l’animo del commensale.

Un pensiero che mi ha percorso la mente non appena ho preso posto al tavolo del ristorante Myo del Centro Pecci di Prato. L’atmosfera è raffinata, fra toni fumè, pezzi di modernariato e installazioni di Marco Lodola, che con le sue luci e colori creano empatia.

Al comando della cucina lo chef patron Angiolo Barni, genio e sregolatezza, di una famiglia di bravissimi panettieri pratesi. Non a caso arriva subito a tavola un appetitoso pane da farina di grani antichi.

I PIATTI

Finalmente un menu leggibile, chiaro senza fronzoli o poesie, come capita sempre più spesso e senza l’imposizione di una proposta unica o a sorpresa.

“Menu pesce” e “menu carne” si legge. Il primo è di chiara impronta tirrenico-viareggina, di là arriva la materia prima, a cominciare dai calamaretti ripieni. E su questo piatto, ricco di nuances, ho riscontrato la professionalità di Angiolo, che non “fotocopia” il famoso piatto di Romano, ma offre una sua versione di calamaretti (non spillo) ripieni di crostacei e verdure, con un’aggiunta però di foie gras.

Ristorante Myo

La ceviche di ricciola del Tirreno apre molto bene la cena: è servita con sedano, mango e carciofi croccanti, così come deliziosi sono i gustosi gamberi rossi con ceci rosa del Reggello, legumi che mostrano la ricerca di materia prima, poco modaiola.

La pasta mista di pesce, altrove famosa come “mestafrancesca”, Angiolo la propone a suo modo, con ingredienti toscani, fagioli del Purgatorio e cavolo nero con pesce di scoglio e molluschi del Tirreno. La scelta comunque è piuttosto varia: chi ama la pasta può scegliere anche linguine, scampi e le dolci cicale o il rombo chiodato e polpo alla brace e patate, olive, misticanza al balsamico di 30 anni.

Dopo il pesce, la chiusura migliore è un piatto a base di carne. La scelta del menu offre due possibilità golose: il germano reale arrostito (direi perfetta la cottura), carota allo Yuzu, verdure, salsa Perigord, oppure l’agnello del Pomarancino, coscio arrostito, carrè alla brace, animelle sautè.

Una cucina di livello, affiancata da una ricercata carta dei vini che mi ha conquistato: interessanti le proposte della Borgogna e soprattutto le diverse etichette italiane, difficili da trovare altrove: vini dell’Etna (I Vigneri, Frank Cornelissen, Graziani), il Cuna Brendino, il Sempremai di Staderini e un anomalo sangiovese (Bio Selvatico).

Bio selvatico_Ristorante Myo_Cibovagare

Contatti

Ristorante Myo c/o Centro Pecci

Via della Repubblica 277, Prato
0574 .1597312
myoristorante@icloud.com
www.ristorantemyo.it

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