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Artigiani dimenticati

La crisi della ristorazione minaccia la produzione agroalimentare


La ristorazione è senza dubbio un comparto molto importante del made in Italy, non a caso, i turisti di ritorno nel loro paese di provenienza, indicano sempre la cucina italiana al primo posto di gradimento del loro soggiorno. Non solo. In anni recenti alcuni chef italiani sono balzati ai vertici della hit parade internazionale, a differenza del passato quando venivano dimenticati, diffondendo lo stile italiano.

Rebus sic stantibus, è giusto che le attenzioni e i provvedimenti siano rivolti verso l’attività di ristorazione. Penalizzata come poche altre dalla pandemia, rischia di far chiudere molti locali, soprattutto nelle grandi città, dove non hanno usufruito neppure della ripresa nei mesi estivi. ristoranti delle metropoli, tra l’altro gravati da affitti insostenibili allorché i coperti hanno raggiunto numeri irrisori a pranzo o, addirittura azzerati delle presenze, quando la chiusura è diventata obbligatoria. Di fatto asporto e delivery non possono, in alcun modo, risollevare i già miseri bilanci. Di conseguenza non restano che gli interventi economici governativi per lasciare in vita un settore determinante per il turismo e per la diffusione del made in Italy. Sostegni questi necessari a lungo termine anche perché, quando finalmente la pandemia concederà libertà di movimento, la situazione economica non permetterà di certo una svolta immediata nei consumi di “fuori casa”.

La ristorazione è a sua volta traino di consumi agroalimentari. Purtroppo non ci sono “voci” note o facce conosciute che raccontano le difficoltà di tanti produttori, soprattutto piccoli, in grado di apparire nelle prime pagine dei giornali o di trasmissioni televisive. Sono però gli artigiani che vengono spesso portati come perle del nostro made in Italy. Sono quelli, che per primi vengono ricordati quando la cucina italiana diventa protagonista: formaggi, salumi, pasta, pane, dolci, verdure, salse. Giacimenti gastronomici che da sempre sono parte del successo dei piatti di tanti ristoranti italiani famosi e non.
Prodotti che in questi mesi, in cui i diversi comparti hanno fatto sentire forte le loro voci di difficoltà, sono stati silenti, nonostante la pandemia li avesse colpiti come tutte le altre attività.

Purtroppo, “piccolo ma bello” è un caro ricordo: certo, la domanda di cibo non ha avuto segni di rallentamento, ma ha favorito la media e grande industria alimentare, in grado di rifornire la Gdo, dove convergono i maggiori acquisti dei consumatori. Così come la ristorazione, in alcuni casi, è riuscita a sopperire alla chiusura con delivery ed asporto, gli artigiani in difficoltà da sempre di arrivare al mercato, avrebbero dovuto attivare le vendite on line. Le dimensioni di fatturato e le difficoltà di distribuzione hanno permesso questo “escamotage” solo a un numero esiguo di artigiani, in prevalenza produttori di vino.

tutte le foto sono tratte da Milano Golosa

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