Viaggio nei formaggi: 14 tappe enogastronomiche verso Cheese 2025
Un itinerario tra formaggi unici, territori e abbinamenti: il turismo enogastronomico che porta a Bra dal 19 al 22 settembre per Cheese 2025.
- Ol minadùr – val brembana (lombardia)
- Robiola dei pastori del roero – piemonte
- Pecorini in barrique – toscana
- Ricotta al forno tenera – sicilia
- Kloaznkas – alto adige
- Calcabrie – umbria
- Amarillo e annutolo – campania
- Formaggio vaccino al finocchietto – calabria
- Caciocavallo barricato – abruzzo
- Pecorino verde naturale – sardegna
- Queso la retorta – estremadura (spagna)
- Almnäs tegel – svezia
- Rey silo azul mamá marisa – spagna
- Comté 30-36 mesi – francia
Esistono viaggi che non hanno bisogno di aerei né valigie: basta lasciarsi guidare dai profumi e dai sapori di un territorio. I formaggi, in questo senso, sono un passaporto unico: raccontano pascoli, comunità, tradizioni e innovazioni. Prepararsi a Cheese 2025, in programma a Bra (CN) dal 19 al 22 settembre, significa anche costruire un itinerario personale attraverso i prodotti caseari che meglio rappresentano l’incontro tra gastronomia, cultura e turismo esperienziale.
Abbiamo selezionato 14 formaggi italiani ed esteri che non sono soltanto eccellenze da assaggiare, ma veri e propri luoghi da visitare e storie da conoscere. Ecco la mappa ideale per arrivare pronti al più grande evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo.
Ol Minadùr – Val Brembana (Lombardia)
A Dossena, piccolo borgo delle Orobie bergamasche, comunità e produttori hanno trasformato un problema – lo spopolamento – in un progetto virtuoso. Ol Minadùr nasce infatti nelle antiche miniere di fluorite dismesse, oggi riconvertite in spazi di stagionatura. Qui il formaggio respira aria minerale, acquisendo sentori unici, con pasta compatta e leggermente umida. Visitare Dossena significa quindi non solo assaggiare un prodotto raro, ma vivere un’esperienza di turismo sostenibile tra miniere, montagne e sapori. Da abbinare a un Valtènesi Chiaretto, ambasciatore del Garda Bresciano.
Robiola dei Pastori del Roero – Piemonte
Le colline sabbiose del Roero sono celebri per i loro vigneti, ma anche qui il formaggio racconta storie di cambi di vita coraggiosi. Paolo e Roberto Pertusio hanno lasciato un maneggio per allevare capre allo stato semibrado. Il risultato è una robiola a latte crudo viva e mutevole, che porta in tavola l’essenza del pascolo. Una sosta dai Pastori del Roero significa passeggiare tra boschi e prati, scoprendo un’agricoltura che dialoga con il paesaggio. In abbinamento: un Roero Arneis bio o una blanche artigianale speziata.
Pecorini in barrique – Toscana
Tra Crete Senesi e Valdichiana, il Caseificio Matteassi tramanda antiche pratiche contadine reinterpretandole. Le forme vengono adagiate in botti di rovere con foglie, paglia o pepe: il risultato sono pecorini dai mille volti, che evocano la campagna estiva o il bosco autunnale. Visitare queste zone significa vivere un turismo rurale autentico, tra vigne, olivi e colline morbide. Da assaggiare con una Vernaccia di San Gimignano Carato o con una dubble artigianale Toscana.
Ricotta al forno tenera – Sicilia
Ad Aidone, nel cuore della Sicilia, la famiglia Caruso trasforma il latte in una ricotta al forno morbida, compatta e profumata. È la memoria di una tradizione domestica – le ricotte che asciugavano vicino al focolare – ma anche un viaggio nella storia, tra il sito archeologico di Morgantina e i paesaggi dell’Etna. Un formaggio che racconta la Sicilia dei pastori e quella dei mosaici ellenistici. Ottimo con un bianco di Pantelleria come Sole e Vento, oppure con una lager speziata.
Kloaznkas – Alto Adige
Qui la tradizione contadina incontra l’estro gastronomico. Hansi Baumgartner, affinatore e chef, ha reinventato un camembert a latte crudo arricchendolo con farina di pere. Il risultato è un formaggio dolce e avvolgente, che ricorda frutta essiccata e forno a legna. Un’esperienza che si completa visitando la Valle Isarco, tra vigneti e masi storici. Da provare con una grappa invecchiata al castagno.
Calcabrie – Umbria
La Fattoria Calcabrina di Montefalco è un esempio virtuoso di biodinamica. Qui si produce il Calcabrie, formaggio a crosta fiorita di latte crudo di capra, vellutato e aromatico. Visitare l’azienda significa scoprire un ecosistema che unisce ulivi, vigneti, capre e sostenibilità. Oltre al Calcabrie, ci sono creazioni sorprendenti come erborinati alla canapa o tronchetti con carbone vegetale. Da gustare con un Grechetto di Torgiano o una weiss artigianale locale.
Amarillo e Annutolo – Campania
Alla Tenuta Bianca, nel salernitano, il latte di bufala diventa arte. Amarillo è cremoso e delicato, con sfumature di zafferano; Annutolo sorprende con il cuore di pistacchio. Un viaggio qui significa esplorare le colline interne, tra cascine borboniche e caseifici storici, scoprendo una Campania meno turistica ma autentica. Ideali con un Fiano del Cilento o con i grandi bianchi della Costa d’Amalfi.
Formaggio Vaccino al Finocchietto – Calabria
Dal 1930, il Caseificio Pignataro di Cirò custodisce un sapere familiare. Il loro vaccino al finocchietto ha pasta compatta e aromi mediterranei. Visitare la zona significa unire l’esperienza casearia a quella enologica, con le cantine del Cirò Doc affacciate sullo Ionio. Perfetto da provare con un bicchiere dello stesso Cirò Bianco.
Caciocavallo barricato – Abruzzo
Tra i pascoli del Parco Nazionale d’Abruzzo nasce un caciocavallo che, dopo una prima stagionatura, viene affinato in botti di rovere usate per il Montepulciano. Il risultato è un formaggio intenso, friabile e vinoso. Visitare la Valle Scannese è immergersi nella natura incontaminata, dove pastorizia e paesaggio convivono da secoli. Ottimo con miele di castagno o con una birra doppelbock.
Pecorino Verde Naturale – Sardegna
Prodotto con latte di pecora brado e caglio vegetale da carciofo selvatico, ha aromi erbacei e un finale amarognolo. È un formaggio che parla di Barbagia, di pascoli e transumanza. Un viaggio che porta tra montagne aspre e borghi autentici. Da abbinare con una pilsner elegante e floreale.
Queso La Retorta – Estremadura (Spagna)
Piccolo e rotondo, ma cremosissimo: si apre come uno scrigno e si mangia al cucchiaio. La Retorta è una vera delizia che racconta la Spagna rurale e selvaggia. Una visita in Estremadura significa scoprire paesaggi di dehesa, tra querce, pascoli e antiche tradizioni. Ottimo con sidro artigianale di mele cotogne.
Almnäs Tegel – Svezia
Il formaggio-mattone che porta impressa la storia di un villaggio: sulla crosta, l’impronta dei piedi dei bambini che giocavano nell’argilla secoli fa. Dopo 22 mesi di stagionatura, sprigiona aromi di frutta, caramello e arancia. Una scusa perfetta per visitare l’antica fabbrica di Almnäs, oggi caseificio d’eccellenza. Da gustare con whisky giapponese o con una birra speziata italiana.
Rey Silo Azul Mamá Marisa – Spagna
Un erborinato nato dal sogno dello chef José Andrés e dal latte crudo delle Asturie. Cremoso, elegante, con note di bosco e mare. Visitare questa zona del nord della Spagna significa entrare nel cuore dei Paesi del Sidro, tra villaggi colorati e verdi vallate. Perfetto con sidro tradizionale.
Comté 30-36 mesi – Francia
Il viaggio si chiude con un classico intramontabile: il Comté Marcel Petite, stagionato fino a tre anni nelle gallerie di una fortezza del Giura. Aromi intensi e floreali, un pezzo di storia casearia francese. L’occasione per visitare il Massiccio del Giura, tra foreste e alpeggi. Da assaggiare con un Timorasso dei Colli Tortonesi.
Cheese 2025: il mondo a Bra
Dal 19 al 22 settembre, il centro storico di Bra diventa capitale internazionale del formaggio. Cheese 2025 offre mercati, Gran Sala dei Formaggi, Enoteca con centinaia di etichette, Laboratori del Gusto e conferenze.
Un evento gratuito (salvo attività a prenotazione) che unisce assaggi, incontri e turismo. Non è solo una festa del palato, ma un’occasione per riflettere su sostenibilità, Biodiversità e futuro del cibo.
Bra (CN)
19–22 settembre 2025
Programma completo su cheese.slowfood.it