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Vino e Design. 6 cantine d’artista

In occasione del Salone del mobile e della Milano Design Week, raccontiamo da nord a sud sei esempi di architettura di design applicata al mondo del vino.



Il design a servizio dell’enologia, con un occhio attento alla funzionalità, alla sostenibilità e alla tutela del paesaggio. Una tendenza che negli ultimi decenni ha creato uno dei filoni di architettura più suggestivi e apprezzati, al punto da diventare un vero e proprio volano per l’enoturismo in tutto il nostro Paese.

LOMBARDIA

Iniziamo il nostro percorso nel vino e nel design dalla Lombardia, dove troviamo un fulgido esempio di arte e architettura nella cantina Ca’ del Bosco a Erbusco (BS). Siamo in franciacorta, culla dello spumante Metodo Classico, nell’azienda che il patron Maurizio Zanella, appassionato di arte contemporanea, ha voluto rendere un piccolo museo a cielo aperto, in grado di richiamare non solo appassionati di vino, ma anche un raffinato pubblico di estimatori dell’arte.
La cantina Ca' del Bosco a Erbusco in provincia di Brescia
Il tour dell’azienda, il cui ampliamento e ammodernamento è terminato nel 2018, inizia varcando il Cancello Solare di Armando pomodoro, che riluce quasi come un portale aperto verso una nuova dimensione; una volta all’interno del parco, si apre un vero e proprio percorso di bellezza, tappezzato da opere d’arte di ogni tipo (dal gigantesco rinoceronte sospeso di Stefano Bombardieri, ai lupi blue guardians della Cracking Art sul tetto, passando per la statua in marmo Eroi di luce di Igor Mitoraj). Non meno spettacolare è la parte di tecnologia enologica, che vede vere e proprie rarità, come il macchinario per il lavaggio dei grappoli, detto “Spa delle uve”, o il “mostro del 3.000”, un gigantesco tino in acciaio di 3.000 hl che domina il centro della sala di vinificazione.

ALTO ADIGE

Spostandoci in Alto Adige sono tante le cantine, perlopiù cooperative, che hanno scelto di mettere in atto il connubio tra enologia e design: c’è il “cubo” di Cantina Bolzano, una struttura imponente, finita di costruire nel 2018, che non intende però impattare né sul paesaggio né sull’ambiente, grazie ai principi di sostenibilità e funzionalità con i quali è stata progettata; il parallelepipedo ricoperto di foglie di vite di Cantina Caldaro, progettato dallo studio Jaw; oppure, a Nalles, la struttura ideata dall’architetto Markus Scherer per la cantina Nals Magreid, costruita con gli stessi materiali che si usano in vinificazione ovvero cemento, acciaio e legno.
La Cantina Tramin disegnata dall'architetto Werner Tscholl
Uno degli esempi più appariscenti e al contempo integrati con la natura circostante è però quello di Cantina Tramin, che emerge dalla collina vitata con la sua “rete verde” che riveste l’intero edificio. Un progetto di design, firmato dall’architetto Werner Tscholl e ultimato nel gennaio 2010, che intende richiamare la tessitura creata dai tralci di vite sui filari, andando al contempo a creare una sorta di “spazio cuscinetto” tra la natura circostante e gli interni funzionali.

TOSCANA

In Toscana il fenomeno delle cantine di design è talmente radicato e diffuso da aver dato origine alla Toscana Wine Architecture, un circuito di 14 cantine di eccellenza e di design che portano la firma di grandi maestri dell'architettura contemporanea. Edifici perfettamente integrati nell’ambiente limitrofo, in cui la tecnologia d’avanguardia si sposa con una produzione d’eccellenza.

L’elenco annovera molti grandi nomi del vino toscano – Tenuta Ammiraglia di Frescobaldi, Antinori nel Chianti Classico, Il Borro, Cantina Caiarossa, Cantina Castello di Fonterutoli, Cantina ColleMassari, Cantina di Montalcino, Le Mortelle, Cantina Petra, Podere di Pomaio, Fattoria delle Ripalte, Rocca di Frassinello e Cantina Salcheto – con presenza capillare in tutte le zone produttive, da Bolgheri alla Maremma, dal Chianti e Chianti Classico a Montepulciano e Montalcino.
La Cantina Antinori a San Casciano in Val di Pesa nel Chianti Classico
Noi ci soffermiamo sull’azienda che detiene attualmente il titolo di migliore cantina al mondo, attribuitogli dalla World’s Best Vineyards 2022, concorso che promuove l’enoturismo a livello mondiale, selezionando le cantine più suggestive. Parliamo della cantina di Antinori a San Casciano in Val di Pesa, nel Chianti Classico, che ha compiuto dieci anni lo scorso ottobre 2022, proprio in concomitanza del conferimento del premio. Il progetto architettonico, realizzato dallo studio Archea Associati, si inserisce nell’ambito vinicolo-collinare del Chianti Classico, un luogo ricco di natura, storia e tradizioni, in cui è costante da secoli quel dialogo tra l’uomo e l’ambiente che il progetto ha voluto enfatizzare e celebrare.

La struttura si integra così nel paesaggio e quasi scompare nel verde, rivestita com’è da un tetto interamente ricoperto di vegetazione e filari che imita le curve di livello; il suo vero cuore pulsante, la zona di vinificazione e la barricaia, affonda poi come radici nelle viscere della collina, in un interno ipogeo che si inabissa per altri due livelli, collegati tra loro da una scenografica, quanto simbolica, scala elicoidale.

UMBRIA

Il sopracitato genio creativo di Arnaldo Pomodoro lo ritroviamo ancora in Umbria, a Bevagna (PG), dove è stato artefice di un’opera vivibile, nella quale lui stesso, per la prima volta, ha «avuto l’emozione di poter camminare, parlare e bere all’interno».

Il Carapace nasce dal desiderio della famiglia Lunelli, originaria del Trentino, di avere per i vini della Tenuta umbra di Castelbuono, una cantina-scrigno: una sfida che l’artista, amico di vecchia data, ha accolto con entusiasmo, abbracciando sin da subito l’idea di creare uno spazio in cui bellezza, funzionalità e rispetto del paesaggio si integrassero tra loro.
La Tenuta Castelbuono e la sua cantina scrigno: il Carapace
A rappresentare questo dialogo è stata eletta la sagoma di una tartaruga, «simbolo di stabilità e longevità che, con il suo carapace rappresenta l’unione tra terra e cielo» come lo stesso Pomodoro ha dichiarato. Il progetto ha richiesto sei anni di lavoro e si è avvalso della consulenza tecnica dell’architetto Giorgio Pedrotti, fino ad arrivare alla realizzazione di questa cupola di rame incisa da crepe che emerge con potenza dalla terra.

CAMPANIA

Scendendo al sud, un interessante esempio di spazi di design funzionali è offerto da Feudi San Gregorio, azienda vinicola irpina, nel comune di Sorbo Serpico. Una realtà che è stata leader dagli anni ’80 nella rinascita del territorio, ponendosi come un luogo di incontro e scambio culturale anche negli ambienti della sua cantina.

La struttura è cresciuta e si è evoluta negli anni, per cui è spettato all'architetto giapponese Hikaru Mori dare unità architettonica all’insieme, creando un fil rouge di minimalismo ed essenzialità; gli interni e gli arredi sono stati invece disegnati dai designer Massimo e Lella Vignelli.
L'azienda vinicola Feudi San Gregorio disegnata dall'architetto Hikaru Mori

SARDEGNA

In Sardegna, infine, come felice accordo tra enologia, design e artigianato locale, troviamo Cantina Mesa, di proprietà del gruppo Santa Margherita. La struttura si colloca nel Sulcis Iglesiente, estremo sud-occidentale e territorio geologicamente più antico dell’isola, dove è stata fondata nel 2004 da Gavino Sanna, premiato pubblicitario di origini sarde (celebre per campagne degli anni ’90 come quella della Barilla), col desiderio di creare qualcosa di semplice e al contempo straordinario per la sua terra.
La Cantina Mesa fondata dal pubblicitario Gavino Sanna
Il nome Mesa, che in sardo come in spagnolo vuol dire “tavola”, sintetizza l’essenza della cantina, in un’idea di nutrimento, convivio, familiarità e profumi. Semplicità che ritroviamo nel rigore dell’edificio, che si staglia nella macchia mediterranea con la sua facciata lineare e candida, impreziosita su un lato dagli stessi motivi stilizzati che caratterizzano i tessili sardi, apparendo quasi come un arazzo a chi approccia la costa da Porto Pino. Gli interni si snodano su tre piani, con interni dallo stile funzionale e minimalista, e sono illuminati da grandi vetrate.

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