Dove arde il gusto: viaggio tra i fogolârs del Friuli Venezia Giulia
Un itinerario tra Carnia, Dolomiti friulane e Prealpi Orientali per vivere il calore del Friuli tra sapori autentici, natura e accoglienza senza tempo
Un itinerario tra i focolari della Carnia, le Dolomiti friulane e le Prealpi Orientali per scoprire piatti autentici, accoglienza e paesaggi da cartolina.
In Friuli Venezia Giulia c’è un modo speciale di raccontare il calore di casa: si chiama fogolâr, il grande camino attorno a cui si cucinava, si chiacchierava e si condividevano sogni e ricette. Oggi questo simbolo di convivialità diventa protagonista di un nuovo percorso esperienziale firmato PromoTurismoFVG e inserito nella Strada del vino e dei Sapori: “Alla scoperta dei fogolârs”, un viaggio tra gusto, cultura e natura, perfetto per chi ama scoprire territori autentici.
Il fogolâr – o focolare, in italiano – è molto più di un elemento architettonico: è un luogo dell’anima. Nelle case di montagna o nelle osterie friulane, il fuoco acceso racconta l’identità di una regione che non ha mai smesso di credere nel valore dello stare insieme. Anche oggi, nei ristoranti e nelle locande, il focolare è un invito a rallentare e a gustare la vita, magari davanti a un piatto di frico croccante, una polenta fumante o un bicchiere di bianco delle colline orientali.
Carnia: dove il focolare è storia e accoglienza
Il viaggio può cominciare da Tolmezzo, porta della Carnia e punto di incontro tra pianura e montagne. Qui si trova il Museo Carnico delle Arti Popolari “Michele Gortani”, tappa perfetta per capire come vivevano un tempo le famiglie friulane e cosa significava davvero “cucinare attorno al fuoco”. Poi via, verso Verzegnis, dove le osterie propongono piatti che profumano di tradizione come il toç in braide – un intingolo di polenta e formaggi di malga – o i cjarsons, ravioli dolci-salati simbolo di questa terra.
Pochi chilometri più in là, tra Villa Santina, Enemonzo e Socchieve, l’atmosfera diventa ancora più autentica. I ristoranti con il camino acceso invitano ad assaggiare formaggi tipici e salumi artigianali, mentre fuori basta un passo per scoprire la Val Tagliamento con escursioni a piedi, in bici o a cavallo.
Sauris, il borgo del prosciutto e dell’ospitalità
Proseguendo verso nord, il percorso conduce a Sauris, piccolo gioiello alpino immerso tra le vette delle Alpi Carniche. Qui ogni cosa ha un ritmo lento e genuino, dal prosciutto IGP di Sauris – dolce, affumicato, stagionato con aria di montagna – alle storie raccontate al Centro Storiografico Sant’Osvaldo, dove si riscoprono lingua, cultura e radici della comunità locale.
Sauris non è solo gusto ma anche avventura: d’inverno offre piste innevate e d’estate regala emozioni con la zipline panoramica sul lago o i trekking verso il Monte Pièltinis. Non a caso, il borgo è stato selezionato dal Ministero del Turismo per rappresentare l’Italia ai “Best Tourism Villages” dell’ONU, che premiano i luoghi dove il turismo è sinonimo di sostenibilità e autenticità.
Sutrio e la Val Pontaiba: legno, arte e frico
Tornando verso Tolmezzo, il viaggio prosegue nelle valli del But e del Pontaiba, dove sorge Sutrio, borgo celebre per la lavorazione del legno. Le sue botteghe raccontano una manualità che si tramanda da generazioni e che nel 2022 ha persino varcato i confini vaticani con il Presepe del Natale di Roma. Dopo una giornata tra arte e natura, il calore del focolare accompagna una tavola imbandita di formaggi di malga, affettati, e soprattutto frico e polenta, i veri must della cucina friulana.
Per chi cerca un tocco culturale, vale la pena fermarsi a Treppo Ligosullo e visitare la Galleria d’Arte Moderna Enrico De Cillia, che custodisce oltre 150 opere di artisti friulani e italiani.
Prealpi e Dolomiti friulane: sapori intensi tra fumi e boschi
L’ultima parte dell’itinerario porta nella zona pedemontana, verso Pordenone, tra i paesi di Travesio, Castelnovo del Friuli e Sequals. Qui i fogolârs raccontano la cucina più rustica e genuina, dove si riscoprono antichi sapori come il formaggio d’Asìno e il Formadi tal Cit, specialità casearie rare e irresistibili.
Ancora più a ovest, nelle Dolomiti friulane, il viaggio si chiude nel segno della pitina IGP, il salume affumicato a forma di polpetta che nasce da carni di montagna aromatizzate e avvolte nella farina di polenta. La si trova nei locali di Frisanco, Dardago e Piancavallo, perfetta da gustare accanto al fuoco dopo un’escursione o una sciata.
Un viaggio tra sapori e identità
Il nuovo itinerario dei fogolârs è un invito a scoprire il Friuli Venezia Giulia attraverso il suo cuore più caldo: quello dell’ospitalità. Un’esperienza da vivere con tutti i sensi, tra piatti autentici, borghi che profumano di legna e paesaggi che scaldano l’anima.
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